In Italia è possibile ricevere lo stipendio su un conto intestato ad un’altra persona, ma ci sono delle complicazioni: vediamo insieme quali.
Rispetto al passato, il mondo del lavoro è in continua evoluzione e questi cambiamenti finiscono per riguardare, come è normale che sia, anche il mondo del lavoro. Se, infatti, fino a pochi anni fa lo stipendio veniva pagato, nella stragrande maggioranza dei casi, in contanti da parte del datore del lavoro, oggi è prassi consolidata che venga accreditato su un conto corrente. Sia per una questione di sicurezza del lavoratore, che così non deve girare con tanti contanti al seguito. Sia per un discorso di tracciabilità dei pagamenti. Requisito ormai di base per ogni operazione al fine di limitare l’evasione e le truffe in generale.
In tal senso, in una situazione del genere, può rendersi necessario, per diversi motivi, farsi accreditare lo stipendio su un conto corrente intestato ad un’altra persona. Una moglie, un fratello o una sorella, o anche semplicemente un amico. In tal senso, la prima cosa da dire è che la legge non vieta nella maniera più assoluta una pratica del genere. Ci sono, però, delle complicazioni da tenere in considerazione non di poco conto, tanto per il lavoratore quanto per la persona che si trova a ricevere questi pagamenti. Andiamo a vedere quali sono e perché vengono a crearsi.
La prima cosa da dire prima di procedere è che l’Agenzia delle Entrate, come è noto, controlla tutti i movimenti in termini di denaro fatti da tutti quanti noi. Se, ovviamente, passiamo per delle banche, come accade per gli stipendi. In virtù di quanto detto, farsi accreditare lo stipendio sul conto corrente di un’altra persona può essere un grattacapo anche per il datore di lavoro. Risulterebbe, infatti, inadempiente nei confronti del lavoratore, non pagandogli lo stipendio.
L’altra persona che, invece, si ritroverebbe sul proprio conto questi soldi, dovrebbe poi giustificare al Fisco il perché di questi accrediti continui che vengono fatti sul suo conto corrente. Non essendoci un contratto tra il datore di lavoro e la persona terza a cui viene accreditato lo stipendio nel caso preso in esame, allora potrebbero partire dei controlli per un sospetto lavoro in nero. Senza dimenticare che potrebbe causare delle noie anche per il TFR (qui una guida su come calcolarlo).
Per evitare tutti questi grattacapi una soluzione c’è. Bisogna fare richiesta di avere lo stipendio su un conto corrente intestato ad un’altra persona per iscritto al proprio datore di lavoro. Che dovrà poi conservare questo documento firmato. Tale informazione va poi girata anche all’Agenzia delle Entrate ed all’Ispettorato del Lavoro. Pur non essendo una cosa illegale, in questo modo si evitano contestazioni e tensioni.
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