Assegno di inclusione, ufficiale il provvedimento che cambia una regola fondamentale: ora c’è una scadenza a maggio e c’è chi rischia di perdere l’aiuto INPS a maggio
E’ il quarto mese operativo, questo, per il nuovo assegno di inclusione introdotto lo scorso gennaio. Subentrato al vecchio reddito di cittadinanza decaduto lo scorso 31 dicembre 2023, tale nuova misura di sostegno si sta man mano affermando e ‘normalizzando’. Chiare tutte le dinamiche: da chi può fare domanda – assorbito ormai il concetto di un minore, disabile o anziano in difficoltà economica in casa -, dalla durata, al principio dei rinnovi e acquisti consentiti e vietati così come altre sfumature della normativa altrettanto fondamentali.
Con milioni di domande finora in sospeso, l’INPS sta realizzando tutte le verifiche del caso emettendo i primi verdetti per chi era in attesa e lo farà ancora soprattutto ora che le feste pasquali sono terminate. C’è grande attesa in particolare per questo mese di aprile che potrebbe sbloccare la situazione di migliaia di famiglie che hanno anche, all’apparenza, tutti i requisiti per poter ottenere la misura e che attendono solo l’approvazione salvo sorprese.
Nel frattempo, però, una regola è ufficialmente cambiata ed è importantissimo prenderne atto per non avere amarissime sorprese. Il riferimento è a una circolare emana dal Ministero del Lavoro lo scorso 28 marzo, quindi recentissima e probabilmente non ancora conosciuta e assorbita da tutti. Tale intervento ha cambiato le direttive per la famosa tempistica dei 120 giorni per presentarsi obbligatoriamente presso gli uffici dei servizi sociali del Comune per chi ha sottoscritto il PAD, salvo il decadimento del contributo mensile.
La novità è che bisognerà presentarsi presso la suddetta sede, ora, anche senza una convocazione ufficiale come invece era previsto prima di questo intervento. Ai fini organizzativi, però, è stato concesso più tempo ai beneficiari: i 120 giorni infatti non si calcoleranno più dalla sottoscrizione del Pad ma dall’invio del flusso delle domande sulla piattaforma Gepi che tecnicamente avviene dopo rispetto al primo passaggio. Tradotto: chi rientra nel range del 26 gennaio avrà come tempo massimo il prossimo 24 maggio.
Entro questo giorno dovrà presentarsi in un ufficio comunale anche senza convocazione pur di non rischiare di perdere l’assegno. Ovviamente nessun problema per chi ha già provveduto. Per quanto riguarda invece i pagamenti di aprile, le date sono due: il 16 del mese per chi ha sottoscritto il patto di attivazione digitale entro la fine del mese di marzo e attende il primo pagamento; oppure venerdì 28 aprile per gli altri. Proprio all’indomani della festa della Liberazione e prima del weekend che porterà dritti verso un nuovo mese.
Per quanto riguarda invece la “durata” dei soldi sulla carta, è bene ricordare che non c’è alcun conto alla rovescia: il credito rimanente non verrà recuperato dall’INPS entro un certo periodo di tempo ma resterà a favore della famiglia anche per i mesi successivi, rendendo tutto ciò che non è stato speso cumulabile e usufruibile quando verrà ritenuto più opportuno. Resterà sulla carta.
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