I figli in Italia tardano sempre di più a lasciare casa dei genitori, anche se lavorano. E il Fisco lo sa bene e controlla attentamente.
Il terribile Redditometro adottato dall’Agenzia delle Entrate per controllare i movimenti fiscali dei contribuenti italiani, può bussare anche alla porta di casa tua e chiederti perché tuo figlio che lavora abita ancora con i genitori. Non tanto per una questione sociale, quanto – ovviamente – per comprendere quali siano i movimenti dei soldi all’interno del nucleo familiare.
Eh sì, perché il Fisco vuole vederci chiaro sempre, e quando si accorge che all’interno dello stesso nucleo familiare ci sono uscite e entrate con più nominativi cerca di capire se tutto viene fatto attenendosi alle regole. L’Italia, secondo l’Eurostat, è tra i Paesi europei nei quali i giovani lasciano casa dei genitori più tardi, la media dice 30 anni, c’è chi sta peggio di noi (in Croazia e Grecia lasciano casa a 34 anni) e chi invece non vede l’ora di condurre una vita autonoma e va a vivere da solo intorno ai 21 anni, parliamo dei paesi scandinavi e dell’Estonia. Ma cosa vuole sapere di preciso l’Agenzia delle Entrate quando si accorge che un figlio che lavora vive ancora con i genitori?
l’Agenzia delle Entrate può punirti se un figlio lavora e vive in casa con te: ecco quando
Premesso che non è di competenza del fisco chiedere perché un figlio magari trentenne viva ancora coi genitori, quello che interessa maggiormente è che non ci siano guadagni non dichiarati e quindi entrate e uscite ‘invisibili’ e in questa ricerca il redditometro diventa uno strumento che non lascia possibilità di errore.
Il fisco vuole vederci chiaro su ogni spesa effettuata dalla famiglia, dagli alimentari agli elettrodomestici, dai prodotti tecnologici ai veicoli da trasporto, il tempo libero e l’istruzione. Praticamente tutte le spese che le famiglie fanno quotidianamente. Lo scopo del redditometro è quello di determinare il reddito complessivo dei contribuenti della famiglia tenendo conto di tutte le spese sostenute nel corso del periodo d’imposta, oltre ovviamente ai guadagni percepiti.
Se nella dichiarazione dei redditi salta fuori una differenza di almeno il 20% tra spese e guadagni, il contribuente dovrà rispondere di questa discordanza. Ma per tornare al quesito iniziale, i figli che lavorano e producono reddito non hanno l’obbligo di lasciare casa dei genitori quindi non è prevista alcuna sanzione. Quello che dovranno fare però i figli, è una dichiarazione dei redditi a parte in modo che l’Agenzia delle Entrate abbia una visione completa di uscite e entrate dell’intero nucleo familiare.