Andare in pensione nel 2024 sarà più facile grazie alla pace contributiva: come ottenere il prepensionamento.
La pace contributiva è un provvedimento già introdotto tra il 2019 e il 2021e successivamente sospeso. Tornerà nel biennio 2024/25 grazie al fatto che il governo l’ha nuovamente introdotto nella Legge di Bilancio 2023.
Lo scopo della pace contributiva è permettere agli italiani di andare più presto in pensione rispetto a quando dovrebbero secondo l’anzianità contributiva che hanno maturato nel corso della loro vita. Come si sa. per maturare l’anzianità contributiva sufficiente ad andare in pensione, è necessario che vengano versati dei contributi a nome del lavoratore. Nel caso di un lavoratore dipendente è il datore di lavoro a essere tenuto ad effettuare i versamenti, mentre i lavoratori autonomi dovranno provvedere da soli.
Capita però di frequente che in alcuni periodi un lavoratore non riceve contributi e i motivi potrebbero essere vari. Per esempio ha sospeso l’attività lavorativa per maternità o paternità, oppure per seguire un percorso accademico che lo avrebbe portato a conseguire la laurea. La motivazione più frequente dei vuoti contributivi nell’arco della vita lavorativa di una persona, però, sono i periodi di disoccupazione.
Per tutte queste motivazioni, spesso i lavoratori arrivano alla soglia dell’età pensionabile senza avere i contributi necessari ad andare in pensione. Se si trovano in questa situazione, nel 2024 e nel 2025 potranno usufruire della Pace Contributiva.
Cos’è e come funziona la pace contributiva?
Con la Pace Contributiva si permette a tutti i lavoratori che hanno la disponibilità economica per farlo di coprire periodi di vuoto contributivo per un totale complessivo di massimo cinque anni nell’arco di tempo che va dal primo contributo all’ultimo contributo versato. Va precisato che il periodo di 5 anni non dev’essere necessariamente continuativo, ma può essere frazionato compensando vari vuoti contributivi lunghi ognuno pochi mesi.
Si tratta in pratica di una forma di compensazione non dissimile dal riscatto di alcuni periodi di vuoto contributivo che è già possibile riscattare, come appunto quello della laurea.
Se non si ha fretta di andare in pensione è possibile rateizzare i contributi da versare in un massimo di 120 rate mensili, cioè è possibile pagare 5 anni di contributi non versati nell’arco di 10 anni. Se invece si ha estrema fretta di andare in pensione, sarà necessario versare tutti i contributi mancanti in un’unica soluzione. Se si dispone delle risorse economiche necessarie per farlo, è il sistema migliore per ottenere una sorta di prepensionamento.