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TFR-TFS, stangata per i lavoratori: il rendistato cala dopo due anni. Quanto si perde

Brutte notizie per i lavoratori, il rendistato del TFR/TFS cala dopo due anni: quali sono gli impatti sui dipendenti.

La recente sentenza della Consulta sul pagamento differito del TFS ai dipendenti pubblici ha gettato luce su una questione di non poco conto: il rendistato. A giugno, il rendistato ha registrato una flessione, scendendo al 3,817% rispetto al 3,896% di maggio.

brutte notizie per i lavoratori
Il rendistato cala dopo due anni – Codiciateco.it

Sebbene la diminuzione possa sembrare esigua, rappresenta una pausa significativa in un trend di costante aumento che ha caratterizzato gli ultimi due anni. Infatti il rendistato è un indicatore cruciale per i dipendenti pubblici in pensione che attendono la liquidazione del TFS. Esso rappresenta il rendimento medio ponderato di un paniere di titoli di Stato. Le banche utilizzano questo indice per calcolare i tassi di interesse sugli anticipi del TFS fino a 45.000 euro concessi ai lavoratori statali cessati dal servizio.

Qual è la situazione attuale

La situazione attuale è tale che, per un anticipo di 45.000 euro, gli statali possono trovarsi a pagare fino a 2.000 euro di interessi. La flessione nel rendistato a giugno, seppur minima, potrebbe rappresentare un segnale importante. Questo perché da agosto del 2021 il rendistato non aveva mai registrato una diminuzione, continuando a salire inesorabilmente.

La Consulta ha sollevato la questione del pagamento differito del TFS, chiedendo al parlamento di trovare una soluzione al problema senza specificare una scadenza precisa. Questo ha creato incertezza tra i dipendenti pubblici, poiché la sentenza potrebbe non portare a cambiamenti concreti nel breve termine.

i lavoratori devono attendere di più per il tfr
I lavoratori devo attendere dai 5 ai 7 anni per il tfr – Codiciateco.it

Il rendistato, tuttavia, gioca un ruolo fondamentale nella vita finanziaria di coloro che dipendono dagli anticipi del TFS. Se il rendistato generale si attesta al 3,817%, ciò si traduce in un tasso di interesse superiore al 4,2% in media sugli anticipi concessi dalle banche. Questo significa che, nonostante la diminuzione, gli anticipi rimangono gravati da costi significativi per gli statali in pensione. Le banche calcolano il tasso finale del finanziamento sommando il rendistato allo spread, che si mantiene costantemente allo 0,40%. Pertanto, anche una flessione leggera nel rendistato può avere impatti positivi sul totale degli interessi pagati dagli statali.

È cruciale notare che il rendistato varia a seconda della durata del finanziamento. Ad esempio, il rendistato per i finanziamenti a breve scadenza (1 anno – 1 anno e sei mesi) è ora al 3,534%, in crescita rispetto al 3,406% di maggio. Al contrario, per i prestiti a medio e lungo termine, il rendistato mostra una diminuzione, passando dal 3,716% di maggio al 3,635% di giugno per la fascia di vita residua tra 4 anni e 7 mesi e 6 anni e 6 mesi.

La situazione attuale impone agli statali in pensione di attendere 5-7 anni prima di ricevere la liquidazione. Per coloro che ritengono poco conveniente l’opzione delle banche, l’INPS offre un’alternativa. Tuttavia, l’anticipo del TFS-TFR con tasso agevolato dell’1% concesso dall’INPS presenta limiti di risorse e tempi di lavorazione delle domande che possono estendersi fino a sei mesi.

Stipendi sempre più inadeguati al costo della vita e precari, pensioni sempre più lontane ed uno stato sociale che non si occupa di soccorrere chi non ce la fa stanno facendo aumentare la sfiducia della gente: qui su Codici Ateco cerchiamo di raccontarvi questa tensione che non sta ricevendo risposte adeguate dalle compagini politiche.

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