Come conoscere l’importo del TFR e come calcolarlo, gli esempi su come fare, in questo modo potrai sapere il suo importo da subito.
Il TFR, noto anche come liquidazione o buonuscita, è un trattamento che spetta al dipendente nel momento in cui si interrompe il rapporto di lavoro, qualunque sia il motivo. È una retribuzione differita e in quanto ogni dipendente matura la propria.
Il TFR viene maturato ogni mese di impiego e viene accantonato dal datore di lavoro o versato sul fondo Inps, l’importo maturato ogni anno, viene rivalutato, il pagamento avverrà in un’unica soluzione, al termine del rapporto di lavoro. Ogni lavoratore ha le proprie regole da questo punto di vista, per i dipendenti pubblici ad esempio, sono previsti tempi di liquidazione più lunghi e il pagamento viene dilazionato.
Il TFR deve essere, riconosciuto indipendentemente dalle ragioni che hanno portato alla cessazione del rapporto di lavoro, dunque non riguarda solo chi va in pensione, ma anche chi ha un contratto a tempo determinato in scadenza o chi sceglie di dare le dimissioni. È fondamentale conoscere le regole per calcolare correttamente l’importo del TFR, in questo modo il cittadino potrà farsi un’idea di quanti soldi riceverà alla fine del contratto di lavoro. Il lavoratore inoltre può decidere se accantonare le somme, oppure se metterle in un fondo di previdenza complementare. Per calcolare il TFR vengono presi in considerazione diversi fattori come per esempio la rivalutazione degli importi accantonati negli ultimi anni.
La normativa che riguarda il TFR, ha subito diverse modifiche nel corso del tempo, per la prima volta è stato introdotto negli anni 20 e fino agli anni 80 è stato calcolato in proporzione all’anzianità di servizio del lavoratore. Ad oggi invece il calcolo del TFR, avviene in maniera differente e il trattamento in genere si calcola sommando per ciascun anno di servizio, una quota pari e non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso e viene divisa per 13,5.
Per calcolare il TFR dunque, si somma ciascun anno di lavoro, per un importo pari alla retribuzione annua percepita, divisa appunto per il coefficiente 13,5. Sei un lavoratore presta servizio per 36 mesi prima di presentare ad esempio le dimissioni, e negli anni percepisce una retribuzione crescente pari a 20.000 € , poi a 22.000 € e così via. Per capire quanto ha maturato, dovrà dividere per il coefficiente 13,5, la retribuzione annua e poi sommare il tutto. Altro aspetto da non sottovalutare, è la rivalutazione, infatti ogni anno sulla propria quota deve essere applicato un tasso di rivalutazione, che al momento è pari all’1,5%. A questo tasso si aggiunge una quota variabile del 75% dell’aumento dell’inflazione certificata dall’Istat.
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