Cosa succede se devo ricevere il TFR ma la mia azienda cambia nome e proprietà? Tutto quel che c’è da sapere a tal proposito per essere pronti.
Allo stato attuale delle cose, nel mondo del lavoro, l’instabilità dà l’impressione di essere totalmente diffusa. Ormai l’economia, infatti, esattamente come i valori che caratterizzano i nostri tempi, sembra esser diventata fluida e per questo le cose possono cambiare davvero in tempi estremamente rapidi. Per questo motivo per un determinato lavoro perdere un posto del lavoro può essere un pericolo enorme, dal momento che per trovarne uno nuovo serve davvero uno sforzo, talvolta anche fisico, enorme. Ricordiamo, però, che a ciascun lavoratore, nel momento in cui non ci sono le dimissioni ma perde il posto di lavoro, spetta il TFR.
In altri termini, si tratta del Trattamento di Fine Rapporto (da qui nasce la sigla). Un importo che sa tanto di buona uscita e di ringraziamento per il servizio offerto. Come è noto, matura anno dopo anno. Ma che cosa succede rispetto a questa misura nel momento in cui una determinata società chiude oppure cambia proprietà? C’è il rischio di perdere questa cifra maturata nel corso del tempo. Andiamo a vedere con precisione che cosa succede al lavoratore, puntando i riflettori in particolar modo su questo trattamento.
La prima cosa da dire è che se una società cambia nome si può spiegare in due modi. O si tratta di un rebranding, e da questo punto di vista per il lavoratore non cambia nulla in relazione al TFR, o perché è stata ceduta e inglobata da un altro marchio. La terza sorte che può toccare ad una azienda è quella di un cambio di proprietà. In tutti e tre i casi, però, il Trattamento di Fine Rapporto rappresenta un qualcosa di acquisito per il lavoratore, che quindi ne ha sempre diritto. Andiamo a vedere però a chi spetta pagare tale cifra.
Nel caso di un cambio di proprietà, invece, il nuovo proprietario subentra tanto nei diritti quanto negli obblighi al vecchio proprietario. Il nuovo datore di lavoro, dunque, dovrà poi pagare, al momento della fine del rapporto di lavoro, questo TFR ed il lavoratore non deve far nulla per “trasferirlo”. Tieni a mente che puoi sempre calcolare e tenere conto di quanto hai maturato di TFR nella tua posizione.
Il discorso, invece, cambia nel momento in cui una società si vede costretta a chiudere e, successivamente rispetto alla chiusura, un’altra realtà ne acquisisce i beni. In questo caso il lavoratore dovrà chiedere il proprio TFR al vecchio datore di lavoro, a prescindere dalla posizione che avrà nella nuova azienda nata dalle ceneri di quella precedente. Non c’è, infatti, alcuna continuità tra i due soggetti e, di conseguenza, chi subentra non ne eredita gli obblighi.
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