A proposito di testamento, ecco cosa prevede la legge nel caso in cui gli eredi designati sono morti: tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
A proposito di eredità e di testamento, è sempre giusto ricordare che siamo al cospetto di un tema estremamente delicato e difficile da affrontare. Sono tanti, infatti, in tal senso gli aspetti che subentrano e che giocano un ruolo tutt’altro che secondario. A partire dalla componente emotiva, visto che si tratta di gestire la dipartita di una persona cara, con tutto il carico di dolore che un evento luttuoso che riguarda una persona vicina può ingenerare in una persona. In tal senso, si tratta sempre di una situazione estremamente delicata da affrontare anche per quel che concerne l’eredità.
Per una serie enorme di possibilità e di ragioni o per dei semplici incroci di destini, può capitare che gli eredi che una persona va a designare nel proprio testamento siano tutti morti. Insomma, apparentemente non c’è nessuno che possa raccogliere quanto da lui lasciato. Chiaramente la legge da questo punto di vista non può di certo prevedere che venga lasciato un vuoto normativo. Andiamo a vedere, proprio in ragione di ciò, che cosa viene previsto e che cosa succede in situazioni analoghe. Prima di procedere, però, è giusto ricordare la differenza tra eredi legittimari ed eredi legittimi.
La prima cosa da dire è che si tratta di una fattispecie che non è troppo frequente, ma che comunque è ben regolamentata e si fa chiarezza da questo punto di vista. Anche se tutti gli eredi indicati sono morti, infatti, il testamento continua ad essere valido. Ma viene, per così dire, adattato alla situazione. Innanzitutto, colui che scrive il testamento può indicare chi deve subentrare in caso di quota vacante. Come se fosse un erede seduto in panchina e pronto a subentrare.
Nel momento in cui il testatore però non ha indicato una persona che deve diventare il suo erede in seconda battuta, per così dire, allora vengono chiamati i discendenti degli eredi che sono morti. In questo caso si tratta della cosiddetta rappresentazione. Se non si possono applicare nessuna delle due soluzioni, allora si ricorre all’accrescimento delle quote. Gli altri eredi si dividono la parte dell’erede morto. Andiamo a vedere cosa succede se l’unico erede è morto. Ecco cosa sapere se vuoi cambiare il testamento.
Se l’unico erede possibile, magari un coniuge, è morto prima del decesso del testatore, la successione viene dettata e regolamentata dalla legge. In un contesto di questo tipo, saranno i familiari più prossimi a godere dell’eredità, come dei fratelli, dei cugini o degli zii. Dovranno però essere compresi entro e non oltre il sesto grado di parentela.
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