Che cosa succede in caso temperature oltre i 35° sul posto di lavoro. I chiarimenti ufficiali dell’INPS sulla questione.
La stagione estiva è ormai caratterizzata da temperature sempre più elevate, che superano ampiamente i 35°. Nei centri urbani, si generano le isole di calore e al suolo in prossimità di asfalto e motori rendono le condizioni ancora più insopportabili. In situazioni del genere lo svolgimento delle attività lavorativa si fa più difficoltoso, soprattutto per gli impegni fisici più gravosi.
Di recente proprio per prevenire incidenti sul posto di lavoro e garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori esporsi a condizioni climatiche estreme è intervenuto l’INPS, ribadendo la possibilità di accesso alla Cassa integrazioni. Vediamo i dettagli della comunicazione dell’Istituto di previdenza sociale.
La Cassa integrazione è uno strumento definito dalla normativa italiana per sostenere e aiutare i lavoratori e le imprese nei periodi di difficoltà. Infatti i lavoratori che si trovano temporaneamente senza lavoro o con orari di lavoro diminuiti possono ricorrere alla Cassa integrazione per un sostegno economico.
La Cassa integrazione può essere richiesta anche per tutelare la salute e la sicurezza dei dipendenti sul posto di lavoro. LO strumento può essere di tre tipologie. La Cassa integrazione guadagni ordinaria (GICO), pari all’90 per cento della retribuzione media giornaliera per eventi esterni all’azienda. Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), simile alla precedente, ma per eventi interni all’azienda.
Infine la Cassa integrazione guadagni in deroga (CIGD), distribuita nell’arco di 12 mesi all’80 per centro della retribuzione per le aziende che non possono accedere alle due precedenti prestazioni. In condizioni meteorologiche difficili con temperature esterne superiori ai 35° le aziende possono fare richiesta di Cassa integrazione, per garantire la salute dei lavoratori e scongiurare gli effetti del caldo estremo (colpi di calore, disidratazione, e problemi del genere).
I settori che possono sfruttare questa opportunità sono quelli le attività si svolgono in prevalenza all’esterno come agricoltura, edilizia, manutenzione urbana, lavori stradali. Per richiedere lo strumento le imprese devono controllare la temperature attraverso fonti ufficiali (per esempio il bollettino meteo dell’aeronautica), presentare domanda all’INPS e allegare tutta la documentazione richiesta (bollettini meteo di fonti ufficiali e referti medici sui rischi del caldo per la salute).
In questo modo le aziende possono evitare i problemi connessi alle alte temperature in alcune attività produttive, prevenendo i rischi maggiori. Per i lavoratori è invece garantita la continuità reddituale anche nei giorni di sospensione del lavoro. Le aziende così riducono i pericoli per i propri dipendenti e limitano le responsabilità eventuali che possono derivare da malattie professionali o incidenti. Le perdite economiche sono così coperte dalla Cassa integrazione.
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