Tasse sui Bitcoin, esiste un modo per non pagarle?

La prospettiva di vedere le tasse sulle plusvalenze schizzare dal 26% al 42% ha messo in allarme la community

L’annuncio del viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha scatenato un vero e proprio terremoto tra i detentori di criptovalute in Italia. La prospettiva di vedere le tasse sulle plusvalenze schizzare dal 26% al 42% ha messo in allarme la community, spingendo molti a interrogarsi su come ridurre o azzerare il carico fiscale, ovviamente nel rispetto della legalità.

Come pagare meno tasse sui Bitcoin

La questione delle tasse sulle criptovalute è complessa e varia significativamente da Paese a Paese. In Italia, la residenza fiscale gioca un ruolo chiave nella determinazione dell’aliquota applicabile alle plusvalenze derivanti dalla vendita di Bitcoin e altre valute digitali. Chi risiede fiscalmente in Italia per la maggior parte dell’anno si troverà obbligato a versare il 42% sulle proprie plusvalenze se la manovra verrà confermata.

Un dollaro e un bitcoin
Un dollaro e un bitcoin | Pixabay @tom bark – Codiciateco.it

Tuttavia, esiste una via d’uscita legale: il trasferimento della residenza fiscale in un altro Paese con una politica fiscale più favorevole nei confronti delle criptovalute.

In quali Paesi la tassazione Bitcoin è più conveniente

Portogallo

Il Portogallo rappresentava fino a poco tempo fa uno dei paradisi fiscali per i possessori di criptovalute grazie all’assenza di tassazione sulle plusvalenze. Nonostante le recenti modifiche normative abbiano introdotto una tassa del 28% sulle plusvalenze realizzate entro un anno dalla detenzione, rimane comunque una destinazione attraente per chi detiene criptovalute a lungo termine.

Emirati Arabi Uniti

Gli EAU offrono condizioni estremamente vantaggiose: l’assenza totale di imposta sul reddito personale si estende anche alle plusvalenze da criptovalute. Dubai e Abu Dhabi stanno diventando hub importanti per l’innovazione nel settore blockchain e crypto grazie anche ad una regolamentazione favorevole.

Andorra

Con un’aliquota generale del 10% sulla tassazione delle plusvalenze da criptovalute, Andorra si posiziona come uno dei Paesi più competitivi d’Europa sotto il profilo fiscale. L’assenza di imposta patrimoniale aggiunge ulteriore attrattiva alla piccola nazione pirenaica.

Monaco

Monaco offre vantaggi significativi ai suoi residenti: nessuna imposta sul reddito personale né sulla vendita di criptovalute. Tuttavia, accedere alla residenza monegasca richiede dimostrazioni concrete della propria solvibilità finanziaria.

Svizzera

La Svizzera tratta le criptomonete detenute da privati come beni patrimoniali esenti dall’imposta sulle plusvalenze. Questa politica rende particolarmente attraente il paese agli occhi degli investitori in crypto, pur mantenendo alcune imposte patrimoniali cantonali relativamente modeste.

Mentre l’Italia sembra orientata verso una stretta fiscale sui guadagni derivanti dalle operazioni in criptomonete, esistono diverse alternative internazionali che offrono condizioni fiscali più vantaggiose ai possessori di Bitcoin e simili. Il trasferimento della residenza fiscale appare quindi come una strategia legittima per ottimizzare il proprio carico tributario sui guadagni digitali.

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