Se un uomo muore dopo aver accumulato dei debiti legati a tasse non pagate, cosa succede a colui a cui spetta l’eredità? Ecco tutta la verità.
Molti, almeno nell’immaginario collettivo, associano la parola eredità ad una somma di denaro importante che ti arriva nel momento in cui viene a mancare un familiare prossimo. Insomma, un modo per svoltare e per cambiare la propria esistenza senza, tutto sommato, fare nulla. Non sempre, però, è oro quel che luccica, come si è soliti dire. Di tanto in tanto, infatti, può accadere che si possano ereditare non solo soldi ma anche degli eventuali debiti. Magari legati a tasse che non sono state pagate dal defunto quando era il momento di farlo.
Cosa succede in questi casi? Chi eredita una fetta di patrimonio della persona che è venuta a mancare prende in carico anche degli eventuali debiti contratti in vita da questa persona? In tal senso la giurisprudenza è molto chiara e ci sono diverse distinzioni da fare per evitare di cadere in dei semplici tranelli. In ogni caso, il nostro consiglio è, nel momento in cui c’è la possibilità di raccogliere una eredità, di valutare bene tanto i pro quanto gli eventuali contro.
In caso di debiti maturati nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, i familiari più stretti non subiscono alcuna conseguenza. Il discorso, invece, cambia nel momento in cui il debitore muore. Tali debiti, infatti, possono essere trasferiti agli eredi ma solo ad una condizione. Essi, infatti, devono accettare l’eredità e, in tal modo, accettano tanto le entrate quanto le uscite che spettano al defunto. Tieni a mente, però, che l’accettazione dell’eredità può essere esplicita ma anche implicita.
Per quanto riguarda quella esplicita, non ci sono particolari spiegazioni da fare dal momento che è fin troppo chiara. Quella implicita, invece, merita approfondimenti. Si va a configurare nel momento in cui non si è rifiutata né accettata l’eredità ma si utilizzano i beni del defunto, la vendita di beni ereditati e nel momento in cui viene effettuato un prelievo dal conto della persona che non c’è più. Chiaramente lo stesso discorso si applica anche al discorso dell’eredità di immobili.
Per tutelarsi la prima opzione a disposizione è quella della rinuncia all’eredità, come detto anche in precedenza. In questo modo si perde ogni diritto sui beni del defunto. L’alternativa è rappresentata dall’accettazione con beneficio di inventario. Ecco in che cosa consiste: l’erede accetta l’eredità, debiti compresi, ma limitando la sua responsabilità fino ad arrivare al valore dei beni ereditati.
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