Conoscere la legislazione in materia di tasse sulle criptovalute è fondamentale per evitare di incorrere in sanzioni e problemi di vario tipo.
Il mondo delle criptovalute ha visto l’interesse da parte del grande pubblico crescere esponenzialmente negli ultimi anni, con Bitcoin che guida i settore come pioniere e simbolo di questa nuova frontiera finanziaria. Alcune istituzioni, come il governo dello stato di El Salvador e il comune di Lugano, in Svizzera, hanno addirittura adottato le criptovalute come moneta legale nei loro ordinamenti.
In Europa, invece, per il momento i governi e le autorità fiscali si sono preoccupate solo di regolare il modo in cui i guadagni dovuti ai Bitcoin devono essere tassati. In Italia, la Legge di Bilancio 2023 ha introdotto disposizioni specifiche per la tassazione delle criptovalute, offrendo al contempo opportunità legali per ottimizzare il proprio carico fiscale.
C’è un solo modo per non pagare le tasse sulle criptovalute e non tutti possono utilizzarlo
È fondamentale sottolineare l’importanza di una dichiarazione accurata dei propri guadagni in criptovalute. Omettere o dichiarare in modo errato i propri redditi può portare a sanzioni significative, variabili tra il 3% e il 15% dell’importo non dichiarato. La trasparenza e la precisione nella dichiarazione dei redditi sono quindi aspetti cruciali per beneficiare legalmente delle agevolazioni fiscali previste dalla legge.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto un’importante novità per gli investitori in criptovalute in Italia: una soglia di esenzione fiscale di 2.000 euro sulle plusvalenze generate nell’anno fiscale. Questa misura modifica l’articolo 67, comma 1 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), mirando a esentare i guadagni di entità limitata dal prelievo fiscale. In termini pratici, significa che se i tuoi guadagni complessivi da Bitcoin o altre criptovalute non superano i 2.000 euro all’anno, non dovrai pagare tasse su di essi.
Per calcolare la plusvalenza, è necessario sottrarre il costo d’acquisto del Bitcoin (o altra criptovaluta) dal suo prezzo di vendita. Se, ad esempio, acquisti un Bitcoin a 20.000 euro e lo vendi a 23.000 euro, la tua plusvalenza è di 3.000 euro. Tuttavia, grazie alla soglia di esenzione, sarai tassato solo sull’importo che supera i 2.000 euro, ovvero su 1.000 euro in questo caso.
Se i tuoi guadagni superano la soglia di 2.000 euro, dovrai dichiararli e pagare una tassa del 26% sulla plusvalenza eccedente tale limite. Le tasse vanno versate attraverso la dichiarazione dei redditi, specificando i guadagni nelle sezioni appropriate del Modello Redditi PF. Il pagamento si effettua tramite il modello F24, utilizzando il codice tributo 1100, entro la scadenza ordinaria del 30 giugno.