Può capitare che l’arrivo della Tari da pagare metta in difficoltà una famiglia: ma cosa succede se la si paga in ritardo? Vediamo quali sanzioni sono previste.
La Tari è la tassa sui rifiuti, un tributo necessario per finanziare i costi di raccolta e smaltimento dell’immondizia. Sono tenuti a pagarla tutti i cittadini che possiedono o detengono a qualsiasi titolo dei locali o delle aree scoperte che potrebbero comportare la produzione di rifiuti. Le abitazioni sono esenti dal pagamento della Tari solo in caso di appartamenti disabitati, senza mobili e senza utenze allacciate.
La scadenza di questa tassa non è uguale per tutti: viene stabilita dal Comune. La mancata consegna dell’avviso di pagamento e delle scadenze potrebbe essere dovuta ad un ritardo del Comune stesso, in questo caso il contribuente dovrà avanzare espressamente richiesta o procedere con il calcolo autonomo della spesa. Ma qualora il versamento tardivo della tassa dipenda dal singolo cittadino, sono previste delle sanzioni che possono essere alleggerite solo tramite il ravvedimento operoso.
Tari, cosa succede se la paghi in ritardo
Normalmente, l’importo viene diviso in due o tre rate e arriva presso il domicilio interessato tramite bollettino pre-compilato che riporta la spesa e la relativa scadenza. La dichiarazione della Tari si rende necessaria dopo il primo accesso ad un immobile o in seguito a variazioni e cessazioni. Quando arriva la notifica a casa, chi versa il denaro in ritardo va incontro a delle sanzioni comprensive di importo non pagato, sanzione e interessi calcolati sulla cifra non pagata.
Di norma, la sanzione è pari al 30% dell’imposta o della rata dovuta. Tuttavia, il decreto legislativo 158 del 2015 ha provveduto a dimezzarne il valore qualora il debito venisse regolarizzato entro 90 giorni. Perciò, calcoliamo la mora in questo modo: sanzione del 15% per ritardi fino a 14 giorni ridotta a 1/15 per giorno; 15% tra i 15 e i 90 giorni; 30% per ritardi che vanno oltre i 90 giorni.
Tramite un ravvedimento operoso il contribuente può vedersi ridotto l’importo della sanzione da pagare: viene messo in atto quando il debitore, di sua spontanea volontà e senza alcun sollecito, effettua il pagamento dovuto. In questo caso la mora scende allo 0,1% se il pagamento avviene entro 14 giorni, alla quale sono comunque da aggiungere gli interessi giornalieri; a 1,5% più gli interessi tra il 15° e il 30° giorno dopo la scadenza; all’1,67% più gli interessi dopo il 90° giorno. Il pagamento avviene comunque per intero se si supera l’anno a partire dalla scadenza. In quanto agli interessi, il tasso è fissato al 2,5% per 2024, più basso rispetto al precedente 5% del 2023.
Il discorso cambia qualora la Tari non venisse pagata. In queste circostanze, le conseguenze sarebbero più gravi rispetto al pagamento in ritardo. Un Comune può richiedere l’esecuzione forzata e il tribunale può decidere di pignorare i beni del debitore. Se il Comune non invita il cittadino al pagamento della tassa, dopo 5 anni essa cadrà in prescrizione o non potrà più essere richiesta.