Tari, Imu e Tasi, dopo quanto tempo queste tasse vanno in prescrizione: le informazioni sulle modalità per non pagare più questi tributi.
Non rispettare le scadenze delle tasse è fonte di grande preoccupazione per la maggior parte dei contribuenti. In molti casi, infatti, non pagare le tasse nei termini stabiliti implica l’aumento degli importi delle tasse stesse per via degli interessi. In altri casi, invece, alcune tasse possono cadere in prescrizione. È questo il caso dei tributi locali come l’IMU, la TARI e la TASI. Ma quanto tempo deve passare prima che queste tasse non debbano più essere pagate?
I cittadini, nel pagare i tributi, partecipano alla spesa pubblica. Sulla base del reddito personale, ogni cittadino è tenuto a pagare quindi i tributi, che si dividono in imposte e tasse. Le imposte sono prelievi finalizzati a finanziare le spese pubbliche di una collettività socialmente organizzata; di queste fanno parte l’Irpef, l’IVA e l’IMU. Le tasse sono invece prelievi pecuniari collegati all’erogazione di un servizio al contribuente; di queste fanno parte la TARI e la TOSAP. I tributi locali sono soggetti a estinzione per decorso del tempo. Dopo un determinato numero di anni, la TARI, la TASI e l’IMU sono quindi soggette a prescrizione e quindi non devono più essere corrisposte.
I tributi locali sono lo strumento di entrata che finanzia i servizi che vengono erogati dagli enti locali. Questi tributi, che comprendono sia tasse che imposte, sono l’IMU (Imposta municipale propria), la TARI (Tassa sui rifiuti), la TASI (Tributo per i Servizi Indivisibili) e la TOSAP (Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche).
L’IMU, acronimo indicante l’Imposta Municipale Unica sugli immobili, è la tassa da pagare sugli edifici, sugli appartamenti e sui terreni agricoli. Il contribuente può versare questo tributo su base annuale oppure semestrale in due rate. La scadenza della prima rata è da collocarsi a metà del mese di giugno. La seconda rata scade invece a metà del mese di dicembre. All’IMU è stata accorpata anche la TASI, il Tributo per i Servizi Indivisibili.
La Ta.Ri. è la tassa sui rifiuti. Questa tassa è riscossa da ciascun Comune per provvedere alla gestione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Suddivisa in due o tre rate, questa tassazione è richiesta a chi possiede «locali e/o aree scoperte chiuse da ogni lato o su tre lati verso l’esterno, a qualunque uso adibiti, anche se di fatto non utilizzati, suscettibili di produrre rifiuti urbani» nel territorio dei Comuni.
A queste si aggiunge la TOSAP, ovvero la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Il tributo, destinato ai Comuni e alle Province, è dovuto nei casi in cui un privato o un cittadino occupa un’area che appartiene al territorio di un ente locale.
L’articolo 1, comma 161, del decreto legislativo n. 296/2006 stabilisce che gli enti locali, relativamente ai tributi di propria competenza, sono tenuti a notificare gli avvisi di accertamento, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato. Il diritto alla riscossione dei tributi locali si prescrive nel termine di 5 anni.
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