La Tari potrebbe subire aumenti significativi per un grande numero di italiani: ecco cosa sta succedendo e tutti i dettagli.
Preoccupazione tra i cittadini italiani per l’aumento della TARI. La Ta.Ri. è la tassa sui rifiuti richiesta a chi possiede «locali e/o aree scoperte chiuse da ogni lato o su tre lati verso l’esterno, a qualunque uso adibiti, anche se di fatto non utilizzati, suscettibili di produrre rifiuti urbani» nel territorio dei Comuni. Ecco a quanto ammonta la tassa per i rifiuti e quale è l’incremento a cui dovrebbe essere soggetta.
Aumenti previsti per la Tassa sui Rifiuti: a quanto ammontano gli incrementi
La Tassa sui Rifiuti o TARI è riscossa da ciascun Comune per provvedere alla gestione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ogni contribuente è tenuto al pagamento della tassa sui rifiuti al Comune in cui è situato il proprio immobile, a prescindere dall’utilizzo effettivo. Nella dichiarazione all’Ufficio Tributi per il calcolo della tassa sarà possibile però presentare un rendiconto dell’utilizzo effettivo per ottenere un eventuale esonero.
I Comuni utilizzano i proventi della TARI per lo smaltimento dei rifiuti. Se la tassa viene pagata in ritardo, l’importo può aumentare del trenta per cento. Esistono, però, dei casi in cui la Tassa Rifiuti non deve più essere pagata perché cade in prescrizione.
L’Associazione dei Comuni Italiani (ANCI) ha lanciato l’allarme per i prossimi aumenti della Tari. L’Associazione ha chiesto l’intervento del Governo al fine di prevenire un aumento delle tasse per i rifiuti. L’incremento della Tari dipende dalle difficoltà legate all’applicazione delle regole Arera e alla vicenda degli impianti minimi innescata da alcune sentenze del Consiglio di Stato contro le determinazioni dell’Autorità.
ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha definito i criteri per individuare gli impianti minimi per la chiusura del ciclo dei rifiuti. L’ANCI ha chiesto l’annullamento da parte del Consiglio di Stato di queste prescrizioni contenute nella deliberazione Arera.
ARERA ha annullato le proprie determinazioni, prevedendo però la salvaguardia del sistema tariffario solo a partire dal 2024 e lasciando prive di regolazione le annualità precedenti. In assenza di un intervento urgente del Governo o del Parlamento, gli utenti delle regioni dovrebbero restituire ai gestori degli impianti minimi la differenza di tariffa per le annualità 2022 e 2023 con un aggravio della Tari.
Questa incertezza comporta non solo aumenti nelle tariffe, ma anche importanti difficoltà materiali nella redazione dei Pef 2024, la cui prossima scadenza del 30 aprile è imminente.