Superbonus, provvedimento inatteso dal Consiglio dei Ministri: eliminate diverse eccezioni ancora in vigore. Verso una nuova stretta.
Il Superbonus continua a essere al centro delle preoccupazioni del governo, con i costi delle agevolazioni a carico dello Stato che hanno continuato a crescere, in questo inizio dell’anno. Questo nonostante gli interventi decisi in precedenza proprio per limitare le agevolazioni più esose al 90 e 110 per cento.
Paletti che evidentemente non hanno raggiunto i risultati sperati dal MEF e che hanno spinto alla decisione di una nuova stretta. Il decreto legge, approvato ieri, punta a eliminare le eccezioni residue nelle quali era ancora possibile esercitare la cessione del credito e lo sconto in fattura, al posto delle detrazioni. Una decisione che ha colto di sorpresa gli operatori del settore edilizio preoccupati delle conseguenze per la continuazione dei lavori.
Il decreto è in attesa della formulazione definitiva, ma appare evidente l’obiettivo del governo di dare un’ulteriore stretta al settore dei bonus edilizi. Nel mirino le eccezioni previste dal precedente provvedimento di contenimento: la possibilità di cessione del credito per enti del terzo settore, cooperative di abitazione a proprietà indivisa e IACP e quella per i lavori di ricostruzione nelle zone colpite da terremoto, per le quali nel 2009 sia stato dichiarato lo stato d’emergenza.
Queste eccezioni sembrano destinate a scomparire, proprio per contenere i costi del bonus edilizio a carico dello Stato. Quindi attenzione alla tenuta dei conti pubblici, ma pericolo per le aziende del settore che resteranno escluse dalla possibilità di cessione del credito. Questa decisione determinerà quali imprese potranno continuare i lavori, fruendo delle agevolazioni.
I timori sono per la prosecuzione dei lavori in corso e per l’avvio di quelli con contratti già sottoscritti. Molti operatori del settore paventano un contraccolpo molto forte per centinaia di imprese e richiedono la tutela dei contratti già firmati. Da sottolineare che il 4 aprile ci sarà l’addio definitivo alla cessione del credito.
Per quella data andranno comunicate all’Agenzia delle Entrate le cessioni stipulate nel corso del 2023. Tramonta la possibilità di una proroga fino al 15 ottobre con la remissione in bonis come di auguravano gli operatori del comparto edile. Il decreto cancella questa possibilità, con lo scopo di valutare a inizio aprile la consistenza complessiva delle opzioni esercitate, quindi per un bilancio definitivo delle cessioni di credito e degli sconti in fattura.
Uniche eccezioni alla cancellazione definitiva della cessione del credito (per Superbonus e altre agevolazioni edilizie) per i lavori che alla data del 17 febbraio 2023 avevano un contratto depositato in Comune, anche senza lavori iniziati. Ma anche per questo gruppo di eccezioni si dovrà aspettare la formulazione definitiva del decreto legge per capire la volontà di intervento.
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