Superbonus, ennesimo cambio in arrivo per la discussa misura. Le modifiche potrebbero coinvolgere anche le altre agevolazioni edilizie.
Si torna a parlare del Superbonus, con il governo stretto tra spinte diverse. Da un lato la necessità di contenere ancora la spesa pubblica, dall’altro quella di cogliere gli obiettivi di risparmio energetico come richiede la Direttiva europea sulle case ecologiche. Una situazione particolarmente difficile che costringe il governo a un nuovo intervento in materia di incentivi edilizi, con l’ennesima stretta.
Come riportato dalla stampa e dagli organi di informazione, l’intervento è diretto sulle detrazioni relative ai contributi edilizi, con un nuovo emendamento sul decreto Superbonus in discussione nei prossimi giorni alla Camera per l’approvazione definitiva. L’emendamento, approvato ieri, modifica il contenuto del decreto 39/2024, anche se occorrerà attendere la conversione per avere un’idea chiara dei dettagli tecnici.
Superbonus, che cosa si modifica ora
Una delle novità maggiori riguarda il prolungamento obbligatorio a 10 anni delle detrazioni per il superbonus, sisma bonus e abbattimento barriere architettoniche. Per la prima volta ad essere coinvolti dalla norma anche i lavori già avvenuti dal 1° gennaio 2024. Una riformulazione che già determina alcune critiche da parte delle imprese edilizie e dei committenti.
Con il prolungamento a 10 anni, che determina un abbassamento delle rate, i redditi medio-alti avranno più facilità a portare in detrazione il Superbonus. Detrazione resa obbligatoria dal decreto per quanti non hanno avviato lavori entro il 29 marzo. Con la spalmatura potrebbe allargarsi la platea di quanti possono detrarre l’agevolazione edilizia, dichiarando un’imposta sufficientemente alta.
Le cose sono diverse se il committente non è obbligato alla detrazione, ma ha prenotato il diritto alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Sul mercato, un credito d’imposta vale di meno se recuperabile su più anni. Per esempio, una detrazione a quattro anni si vende all’85% del valore nominale, mentre una a 10 anni al 70%. Chi ha prenotato la cessione del credito, ha già firmato contratti con banche e imprese, cedendo i bonus relativi ai primi Sal.
Per questo il governo mantiene la compensazione del credito a 4/5 rate, mentre dal 2025 scatterà l’obbligo a sei anni per la banche che hanno acquistato crediti al 75% del loro valore nominale. La situazione resta molto intricata e l’obbligatorietà della detrazione crea forti dubbi, soprattutto fra quanti non avranno la capienza fiscale per sfruttarla, anche con una spalmatura di 10 anni, e non potranno anticipare tutte le spese. Inoltre non tutti i cantieri potranno terminare i lavori entro il 31 dicembre 2024.
A fine dicembre decadranno tutti i bonus edilizi esistenti, eccetto il Superbonus al 65%, quello abbattimento barriere architettoniche al 75 % e il bonus ordinario al 36%, l’unica agevolazione a regime. Molto probabilmente non ci saranno proroghe per bonus ristrutturazioni, bonus giardini, ecobonus, sismabonus, bonus mobili. Non ci saranno proroghe per le cessioni di credito, l’emendamento ferma la trasferibilità delle rate residue.
Restano le detrazioni, abbassate e rimodulate in base all’intervento, potrebbero essere confermati dei meccanismi di prenotazione della cessione crediti, riservati ai contribuenti incapienti. Non resta che attendere la pubblicazione definitiva del testo.