Il prossimo anno la tassa di successione cambia, ma il calcolo ‘fai da te’ in caso di errore potrebbe costare caro ai contribuenti.
Questo mese di Agosto ha rappresentato un cambiamento importante in materia di successione. Le nuove regole, a partire dalla dichiarazione di successione che potrà essere effettuata solo via telematica, sono ormai state approvate in via definitiva e diventeranno legge a partire dal 1° gennaio 2025.
Le nuove regole riguardano però soprattutto le imposte di successione che cambiano in maniera sostanziale. Uno dei punti che principali di questa riforma riguarda proprio il calcolo delle tasse da pagare che diventerà ‘fai da te‘, cioè sarà il contribuente erede a dover calcolare e stabilire da sé quando versare alle casse del fisco. Tuttavia è proprio l’autoliquidazione dell’imposta di successione a destare maggiore preoccupazione; i calcoli da fare non sono semplici e gli errori sono dietro l’angolo. Ma cosa succede al contribuente che appunto sbaglia a calcolare l’imposta da versare? Cosa rischia concretamente? Cerchiamo di approfondire e capire meglio.
Vediamo come cambiano concretamente le imposte sulla successione a partire dal prossimo anno e quali sono i rischi maggiori ad esse legate. Dal 1° gennaio si applicherà un’imposta sostitutiva forfettaria delle imposte catastali e ipotecarie, dell’imposta di bollo, dell’imposta sulle successioni e donazioni e per le formalità riguardanti i registri immobiliari e il catasto.
Un nuovo processo che ha il compito di facilitare e velocizzare e semplificare le procedure, ma non mancano i rischi. Di fatto, fino ad oggi una volta espletati tutti i pagamenti del caso, gli eredi sono obbligati a comunicare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione, dopodiché è l’ente che si occupa di calcolare quello che è l’importo complessivo dovuto sull’imposta di successione. Il rischio in questo caso è praticamente pari a zero.
Dal prossimo anno però la stessa procedura di calcolo sarà affidata gli eredi contribuenti. Parliamo nella maggior parte dei casi di persone che non hanno dimestichezza con il settore; ricordiamo infatti che già la dichiarazione di successione non è un atto notarile ma un adempimento fiscale, e dal prossimo anno l’imposta in modalità autoliquidata si applicherà anche alle donazioni e trasferimenti a titolo gratuito. Il rischio, va da sé, sale vertiginosamente.
I contribuenti, insomma sono chiamati ad agire da sé senza aspettare le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate.
E che succede se il calcolo è sbagliato e quindi si paga una errata quota di imposta di successione? In realtà, dal punto di vista fiscale ai contribuenti non succede nulla di particolare.
L’errore è stato preso in considerazione da chi ha legiferato, ragion per cui è stata introdotta la figura dell’imposta complementare che i contribuenti saranno chiamati a versare solo nel caso in cui, una volta effettuati i dovuti controlli, l’Agenzia delle Entrate riscontri degli errori di calcolo.
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