Se stai ancora pagando le rate dell’auto, scopri se possono pignorartela, ecco che cosa dice la legge a riguardo.
A poter essere pignorati, sono diverse tipologie di beni tra cui, immobili, stipendi, conti bancari, veicoli, eccetera. Questo iter ha inizio con un atto di notifica da parte del creditore che informa il soggetto sulla sua situazione, e gli fa presente i rischi che sta per correre. In un secondo momento, l’ufficiale giudiziario valuterà i beni da pignorare, dal canto suo il debitore, ha diritto di opporsi al pignoramento e presentare un’opposizione all’esecuzione. Il metodo migliore per evitare il pignoramento, è quello di mettersi in regola e di estinguere i propri debiti.
Se le rate del finanziamento dell’auto non vengono pagate, il debitore entra in mora, il creditore può procedere legalmente emettendo un precetto. Si tratta di una notifica al debitore che ha 10 giorni di tempo per saldare quanto dovuto. Se il debito non viene estinto, il creditore può richiedere l’intervento di un ufficiale giudiziario per pignorare il veicolo.
Una volta pignorato, il veicolo può essere venduto all’asta o attraverso altre forme di vendita giudiziaria, il ricavato verrà usato per estinguere il debito con il creditore. Per avviare il processo di pignoramento di un veicolo, saranno necessari degli step che non possono essere bypassati. Sarà necessario che il creditore possieda un titolo esecutivo, inoltre l’atto di precetto dovrà essere notificato, in seguito si potrà procedere con il pignoramento.
Il pignoramento non può avvenire per minacce telefoniche o per comunicazioni verbali, per essere valido infatti è necessario che l’Agenzia delle Entrate si occupi del pignoramento. Se si dovessero ricevere infatti minacce telefoniche, dalla propria finanziaria o da qualcun altro è consigliato rivolgersi ad un legale. Se non si pagano le rate della macchina, ci saranno delle serie conseguenze per il debitore, oltre al pignoramento infatti si verrà segnalati ai sistemi di informazione creditizia e alla centrale rischi della Banca d’Italia. In questo modo si passerà come cattivo pagatore e verrà limitata significativamente la possibilità di richiedere finanziamenti, mutui e prestiti in futuro. Al soggetto interessato sarà inoltre vietato emettere assegni e aprire nuovi conti correnti.
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