Esiste la possibilità di ricevere lo stipendio su un conto non intestato a nome del beneficiario? Ecco tutte le informazioni in merito.
Il mese si è appena concluso e per la maggior parte dei dipendenti pubblici occorre attendere ancora tre settimane prima di vedersi accreditato lo stipendio. C’è tutto il tempo, quindi, per modificare i dati personali necessari per gli accrediti. A prescindere dalla data nella quale si viene pagati, si ha comunque sempre la possibilità di aggiornare i propri dati. Una domanda che sono in molti a porsi riguarda ad esempio l’esistenza o meno della possibilità di farsi accreditare lo stipendio su un conto non intestato. Ecco qualche informazione in merito.
Accrediti mensili per i lavoratori su conto non intestato: ecco cosa è utile conoscere
Lo stipendio, ovvero la retribuzione del lavoratore subordinato con inquadramento di impiegato, quadro o dirigente, viene in genere accreditato a fine mese o a partire dal ventitreesimo giorno del mese. Lo stipendio è visibile tramite il cedolino NoiPA.
Il cedolino è il documento digitale contenente tutte le informazioni relative alla retribuzione mensile del dipendente. Questo cedolino è uno dei servizi fondamentali offerti al personale gestito dal sistema NoiPA. NoiPA ha diffuso online sul sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze la Guida per la lettura del cedolino.
Sia nel caso di dipendenti pubblici che privati è possibile cambiare i dati relativi all’IBAN. Si può chiedere al proprio datore di lavoro di versare la retribuzione sul conto di un famigliare o di un amico. La legge non vieta infatti l’accredito dello stipendio su un conto intestato a un soggetto diverso dal dipendente. L’unica cosa richiesta per legge è che il conto sia tracciabile. L’accredito deve avvenire infatti su un assegno bancario o postale, su un accredito su una carta prepagata con IBAN, un mandato di pagamento presso lo sportello della banca.
Il dipendente, in realtà, non ha neanche l’obbligo di dotarsi di un conto corrente. L’accredito dello stipendio su un conto di proprietà di un terzo può però determinare alcune complicazioni sia per il datore di lavoro che per colui che ha ricevuto l’accredito. Il datore risulterebbe inadempiente all’obbligo di versare la retribuzione al dipendente. Chi riceve lo stipendio, invece, dovrebbe giustificare al fisco l’accredito di tali importi. Per ovviare al problema, è consigliabile comunicare per iscritto la richiesta al datore di lavoro e all’Ispettorato del Lavoro e all’Agenzia delle Entrate.