Nel momento in cui si ha un figlio non riconosciuto, che diritti ha quest’ultimo nei confronti dell’eredità del proprio genitore? La verità.
Le famiglie solitamente rappresentano un tema a cui approcciarsi sempre con estrema cautela. Dal momento che ogni situazione è a sé, può risultare sempre quantomeno insidioso generalizzare su un determinato aspetto. Uno dei più delicati in senso assoluto da affrontare è sempre quello relativo ad eventuali figlio, per così dire, illegittimi. Vale a dire quella prole generata fuori dal matrimonio e che non vengono riconosciuti come invece solitamente avviene. Si tratta di una minoranza dei casi, ma che va tenuta attentamente in considerazione. Si tratta di numeri per niente residuali o ininfluenti da questo punto di vista.
Chiaramente in una situazione come questa, con il figlio che magari cerca di scoprire la verità circa i propri genitori, le strade che si aprono sono diverse. Così come sono diversi i possibili esiti di questa storia. Può capitare, per una serie illimitata di motivi, che alla fine non si arrivi al riconoscimento del figlio. O che, magari, non lo si riesce ad ottenere in tempo prima della morte del padre o della madre. Insomma, del genitore a cui si chiede il riconoscimento. Che cosa succede in questi casi in relazione all’eredità del defunto? Si ha comunque diritto ad una quota di patrimonio come per tutti gli altri figli? Andiamo a vedere come stanno le cose.
Chiaramente essere sicuri o avere anche solo il ragionevole dubbio di essere figli di una persona che però non ne vuole sapere di te innesca tutta una serie di problemi non di poco conto. Inoltre, è giusto capire anche che cosa succede in relazione all’eredità. Al figlio che non viene riconosciuto non spetta nessuna quota di eredità. Se il padre non provvede in vita a riconoscerlo oppure un giudice non decreta, post mortem, che sussiste un legame genitore-figlio tra i due, non si avrà alcun diritto rispetto al patrimonio.
C’è un aspetto, però, come anticipato, da non sottovalutare. Come previsto dall’articolo 276 del Codice civile, un figlio può chiedere il riconoscimento anche dopo la morte del suo genitore. In sua assenza, ovviamente, non si potrà procedere nei suoi confronti ma l’azione legale andrà indirizzata nei confronti dei suoi eredi. Quindi della moglie, magari, o degli altri figli. In assenza di eredi, invece, ci si rivolgerà ad un curatore nominato dal giudice. Prima di procedere, ti ricordiamo le differenze tra eredi legittimi e legittimari.
Se la sentenza emessa dal giudice dà ragione al figlio, che dunque viene riconosciuto, quest’ultimo rientra a tutti gli effetti tra gli eredi. Inoltre, un altro aspetto importante da non sottovalutare è che la legittimazione passiva non ha prescrizione. Non conta, dunque, dopo quanti anni si è deciso di procedere. Chiudiamo ricordandoti come si divide un patrimonio se gli eredi sono morti.
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