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Sono partita iva, se non lavoro posso avere la NASPI?

NASPI e partita iva sono compatibili? L’assegno di disoccupazione spetta colo a chi è lavoratore dipendente o in caso di necessità anche a chi è autonomo? 

NASPI partita IVA
Chi è partita iva può avere la NASPI? – CodiciAteco.it

La NASPI, nonché Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è senz’altro tra i principali strumenti di sostegno per quanto riguarda i redditi in Italia. Per un motivo molto semplice: va a tutelare chi un reddito non ce l’ha. O almeno lo teneva fino a poco fa ma non ce l’ha più. Introdotto nel 2015 al posto delle precedenti misure di disoccupazioni presenti, è un contributo indirizzato a chi ha perso inconsapevolmente il proprio posto di lavoro, che questo fosse a tempo determinato o indeterminato.

Praticamente un licenziamento inaspettato o comunque non voluto, anche se in alcuni casi è prevista pure in caso di risoluzione consensuale ma solo a determinate condizioni come una gravidanza (e non solo). A quel punto, se non voluto, immaginate lo sconforto di ritrovarsi direttamente senza un reddito e tutte le conseguenze che questa situazione comporterebbe non solo al lavoratore in questione ma pure alla sua famiglia in generale. La NASPI subentra proprio in questi casi, garantendo comunque un reddito per un arco temporale sufficiente finché non ci si riorganizzi o trovi un nuovo impiego.

La NASPI spetta anche a chi è partita IVA?

limiti di reddito per la naspi aggiornati al 2024
INPS, quando la partita IVA ha diritto alla NASPI – CodiciAteco.it

Questa garantisce infatti il 70% dello stipendio medio degli ultimi quattro anni, quindi paradossalmente potrebbe essere anche più alta nel caso in cui si percepisse di più con un precedente impiego rispetto all’ultimo da cui vi è stata l’uscita. Tale somma è accreditata direttamente dall’INPS per due anni consecutivi, anche se man mano la cifra andrà ad assottigliarsi raggiungendo poi un minimo sindacale: non è fatto per cullarsi e rilassarsi sul divano, almeno non per chi ha spese o casa, ma garantisce comunque un ponte per arrivare a destinazione senza affanni o situazioni disperate.

Il problema è che tutto questo, come detto, vale sia per chi ha contratto a tempo determinato che indeterminato. Il che significa dunque per lavoratori dipendenti. E per gli autonomi? Volendo anche chi lavora come partita iva potrebbe percepire tale ammortizzatore sociale in un momento di grossa difficoltà, come ad esempio un lungo periodo di tempo in cui non si è esercitato per uno o più motivi? La risposta – che potrebbe sorprendere molti – è positiva. C’è un solo problema alla base di tutto questo discorso: un limite reddituale da non superare.

Il limite INPS per poter ottenere l’assegno di disoccupazione

Parliamo nel caso di partita iva di non oltre 4.800 euro all’anno. Se non si supera tale soglia, si può ottenere la misura di sostegno per i disoccupati. Se non si ottiene alcun tipo di reddito nonostante la partita Iva si può anche ottenere il 100% della NASPI. Bisogna solo fare molta attenzione in sede di presentazione presso l’istituto nazionale della previdenza sociale: senza essere precisi, infatti, ovvero non chiarendo la propria posizione di lavoratore indipendenti entro i 30 giorni dalla richiesta, l’istituto potrebbe poi far decadere il contributo come già accaduto in casi precedenti.

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