Nel momento in cui lavoro a scuola è possibile ricoprire anche una seconda mansione? Ecco come stanno le cose, tutta la verità a riguardo.
Il mondo della scuola è attanagliato da diversi problemi, molti dei quali sono difficili da gestire e da andare a strutturare. Ed a destrutturare. Il primo capitolo, centrale per capire poi molte cose, è quello relativo agli stipendi. Da tempo, infatti, ci si è resi conto, soprattutto rapportandoci all’estero, che la retribuzione per il corpo docenti (ma anche per il personale ATA tutto) è troppo bassa rispetto ai parametri della Comunità Europea. Dal momento che, al netto di qualche piccolo passo in avanti che si è fatto, sono fermi da troppo tempo, non bastano più per reggere botta.
I costi della vita stanno aumentando e per molte persone, dopo anni di studi e di sacrifici, gli stipendi non sono più sufficienti per arrivare alla cosiddetta e tanto temuta fine del mese. In tal senso, sono sempre di più i docenti di vari ordini e gradi che, sfruttando l’orario che spesso risulta comodo, si dedicano anche ad una seconda attività. Con l’obiettivo spesso inseguito di arrotondare il proprio stipendio. Ma possono farlo per legge? Oppure devono restare sempre nascosti e temere di ricevere dei provvedimenti avversi. Andiamo a vedere come stanno realmente le cose a riguardo.
Gli orari di lavoro della scuola sono molto flessibili e si sposano bene con un secondo lavoro che ti permetta di aumentare le tue entrate. Per legge, però, il contratto con la scuola ha un principio di esclusività, come confermato dal fatto che quando viene firmato bisogna dichiarare di non avere altri contratti in essere, né nel pubblico né nel privato. C’è però una eccezione da tenere in considerazione e che non è di poco conto.
Il dipendente della scuola può chiedere al proprio datore di lavoro, quindi al dirigente scolastico, il permesso a svolgere una seconda attività, a determinate condizioni ben precise. La prima è che le due attività (quella della scuola e quella esterna) non si vadano a sovrapporre nello stesso orario. E la seconda è che tali attività siano sporadiche ed occasionali. Il caso più diffuso, in tal senso, è quello dei musicisti, ma non è di certo l’unico caso ammesso. Prima di procedere, ti ricordiamo le nuove regole a scuola per i cellulari.
Nel momento in cui si decide di svolgere un secondo lavoro senza chiedere l’autorizzazione al proprio dirigente scolastico, le conseguenze potrebbero essere serie. Le somme percepite dal dipendente dovranno infatti essere conferite al bilancio dell’amministrazione di appartenenza. A fare da riferimento normativo da questo punto di vista è l’art. 53, comma settimo, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. In conclusione, a proposito di scuola, attenzione al bonus libri 2024/2025.
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