Dopo la pensione è possibile continuare a lavorare solo a determinate condizioni e avendo scelto precisi scivoli di pensionamento. Facciamo chiarezza.
Andare in pensione non sempre significa poter smettere di lavorare. Chi riceve un assegno molto basso può avere l’esigenza di continuare a svolgere un’attività lavorativa ma quando è concesso?
Una volta arrivata l’età del pensionamento ci si dovrebbe godere il meritato riposo ma questa regola non vale per tutti. Ci sono persone che amano il proprio lavoro oppure essere impegnati in un’occupazione e che non saprebbero cosa farne del tanto tempo libero a disposizione. Altri italiani, invece, non possono riposare perché l’assegno mensile è troppo basso per consentire una qualità della vita ottimale. Capita specialmente a chi a maturato pochi contributi nel corso della carriera lavorativa e a coloro che ricevevano stipendi molto bassi.
La soluzione è continuare a lavorare anche dopo essere andati in pensione. La Legge lo consente ma solo a determinate condizioni. Sbagliando la gestione dell’attività occupazionale durante il pensionamento si rischia di perdere il trattamento. Meglio approfondire, dunque, le regole vigenti.
Quando si può lavorare dopo la pensione senza rischi
La normativa prevede che al momento del pensionamento il lavoratore cessi la propria attività da dipendente. Una volta andato in pensione, però, potrà riprendere a lavorare maturando altri contributi e riuscendo ad ottenere nel tempo un assegno pensionistico sempre più alto (supplemento di pensione). La regola appena citata coinvolge i dipendenti che accedono alla pensione di vecchiaia dato che gli autonomi e i parasubordinati non hanno l’obbligo di cessare l’attività lavorativa per andare in pensione.
L’attività lavorativa del dipendente potrà iniziare nuovamente una volta ottenuto il primo rateo pensionistico. Il lavoratore pensionato potrà essere assunto sempre dalla stessa azienda oppure potrà iniziare un nuovo percorso facendo attenzione, però, ai limiti del cumulo dell’assegno previdenziale con i redditi derivanti dall’attività lavorativa. Secondo la Legge, poi, se si va in pensione prima dei 63 anni e si ricomincia a lavorare come dipendente si perde il diritto al trattamento previdenziale.
Svolgendo un’attività autonoma, invece, si perderà il diritto al 50% della pensione eccedente la minima. I percettori di pensione di invalidità, invece, vedranno sospendere la pensione se il reddito da lavoro supererà tre volte la pensione minima mentre si avrà una riduzione del 50% dell’importo ottenuto dalla differenza tra importo lordo della prestazione e pensioni minima con redditi inferiori al limite citato. Ci sono limiti anche per chi percepisce la pensione di reversibilità a meno che non ci siano nel nucleo figli minori, studenti o inabili. La riduzione sarà differente in base al reddito.