E’ una domanda che, per timore, si pongono in molti: se si raggiunge il limite d’età, si può essere licenziati? Facciamo chiarezza su questo punto fondamentale del mondo del lavoro.
Se si può essere licenziati dopo aver raggiunto il limite d’età per quel lavoro specifico, è un terrore che affligge molti dipendenti, ma facciamo chiarezza su quel che stabilisce la legge. L’argomento dei limiti d’età nel contesto lavorativo è una questione complessa che suscita dibattiti e riflessioni in diverse società. Da una parte, esistono delle normative che stabiliscono limiti massimi e minimi per l’occupazione in determinati settori, d’altra parte nascono delle polemiche circa le discriminazioni che vengono portate avanti riguardanti l’età di un lavoratore.
Quel che viene poco considerato è l’aspetto della sicurezza legato al limite d’età imposto: parliamo di abilità fisiche e competenze specifiche richieste per occupare determinate posizioni. Tuttavia, la richiesta che il singolo pone a gran voce è quella della valutazione delle sue competenze indipendentemente dall’età anagrafica, promuovendo un luogo di lavoro equo ed inclusivo. Ma questo è veramente sempre possibile? E come può comportarsi un datore di lavoro davanti ad un dipendente che supera l’età massima imposta per quel ruolo specifico?
Limite di età superato, si può essere licenziati?
Le risposte a questa domanda variano in base ai casi. Un dipendente privato, ad esempio, può essere licenziato al compimento dei 67 anni d’età. Con l’accordo tra le due parti, il lavoro può continuare fino ai 71 anni d’età. Nel caso dei dipendenti pubblici, invece, lo Stato è obbligato a cessare i rapporti di lavoro al raggiungimento del limite ordinamentale, ossia l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni). Significa che il lavoratore ha l’obbligo di andare in pensione perché ha almeno 20 anni di contribuzione alle spalle.
E’ obbligatorio mandare in pensione il dipendente di 67 anni anche quando ha maturato i requisiti necessari alla pensione anticipata (42 anni + 10 mesi per gli uomini e 41 anni di contribuzione + 10 mesi per le donne). Un dipendente pubblico che ha compiuto i 62 anni di età ma ha già i requisiti per la pensione anticipata può restare a lavorare, a discrezione dell’ente.