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Economia

Si può avere la pensione minima coi contributi part time? Come funziona

Quanto incidono i contributi da lavoro part-time sulla pensione? Si può ottenere lo stesso la pensione minima? Rispondiamo a queste e altre domande.

Come e quanto incidono i contributi part time sul diritto alla pensione (CodiciAteco.it)

Lavorare con contratto di lavoro part-time incide sul diritto alla pensione? La risposta secca a questa domanda è no, il diritto alla pensione resta e anzi non si allontana la data di pensionamento. Prima di capire però come funziona nel dettaglio e cosa prevede la legge dobbiamo fare un passo indietro e definire meglio quello che è il lavoro part-time.

Lavorare in part-time vuol dire, in parole povere, lavoro a tempo ridotto; in questo caso le tipologie di contratto previste sono 3:

  • contratto con part-time di tipo orizzontale, per cui c’è una riduzione dell’orario lavorativo prevista per tutti i giorni di lavoro;
  • part-time di tipo verticale, quando invece questa prestazione è svolta solo per alcuni giorni lavorativi della settimana, del mese o in determinati periodi dell’anno;
  • infine il contratto a part-time misto che combina cioè le due precedenti modalità.

Chiarito questo, possiamo entrare nel dettaglio e capire se e in che modo queste diverse modalità contrattuali incidono sulla pensione futura.

Contributi part-time, come influiscono sull’assegno di pensione

Come cambia la pensione quando i contributi sono versati in part-time (CodiciAteco.it)

Come già anticipato, lavorare con contratto part-time non allontana il diritto alla pensione né tanto meno la data di pensionamento; anzi una cosa importante da chiarire è che il periodo di servizio a tempo ridotto, ai fini del diritto pensionistico, è considerato come tempo di lavoro pieno.

Attenzione però c’è una precisazione da fare, il part-time non incide sul diritto alla pensione se non superare la soglia del 50% dell’orario di servizio completo, questo perché va comunque rispettato un minimo contributivo che permette la maturazione di un anno di contributi.

Se il part-time non incide, almeno non totalmente, sul diritto alla pensione lo stesso non si può dire su quello che sarà l’assegno pensionistico che si riceverà. L’importo che si riceverà sarà sicuramente più basso di quello che si matura lavorando a tempo pieno.

Il caso specifico della pensione minima

Ma se i calcoli cambiano a seconda della modalità di part-time e del tempo per cui si è lavorato con questa tipologia di contratto, cosa succede nel caso della pensione minima con 20 anni di contributi? C’è da ricordare che il trattamento alla pensione minima non spetta ai contributivi puri, quindi quei lavoratori che hanno contributi versati prima del 1° gennaio 1996. Già questo esclude, e di conseguenza risponde, alla domanda. Di fatto, se si rientra in questa categoria di lavoratori non si ha a priori diritto alla pensione minima, indipendentemente dal part-time.

In questi casi, anche se l’assegno di pensione è inferiore alla soglia minima, che per il 2024 è fissato a 598,61 euro, non si ha diritto alla pensione minima.

Invece, quei lavoratori che hanno versato 20 anni di contributi con contratto part-time e i hanno versati sia prima che dopo il 1° gennaio 1996 hanno diritto all’integrazione del trattamento minimo qualora il reddito annuale sia inferiore ai 7.781,93 euro -se il reddito varia tra i 7.781,93 e i 15.563,96 si ha diritto all’integrazione in misura ridotta.

Ultima ipotesi è il versamento dei 20 anni di contributo a seguito del 1996. In questo caso, la pensione maturata deve essere pari almeno 1,5 volte al minimo che è di circa 780 euro, in caso contrario bisogna aspettare i 71 anni per cui si prenderà di pensione la somma maturata in base al calcolo contributivo.

Anna Peluso

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