Settimana corta, cosa ne pensano i direttori del personale. I risultati di un sondaggio sull’ipotesi di accorciare il lavoro a quattro giorni.
Le proposte sulla settimana corta di quattro giorni in discussioni al Parlamento sono diverse. I disegni di legge in esame sono ben tre, ma devono ancora partire le audizioni delle parti sociali e delle aziende che hanno già iniziato a sperimentare la nuova organizzazione del lavoro, delle associazioni e degli studiosi ed esperti di gestione e organizzazione del lavoro.
Nel frattempo l’Aidp, l’Associazione italiana per la direzione del personale, ha condotto un sondaggio tra mille direttori del personale e manager delle risorse umane per verificare il parere e il cambiamento nell’approccio alla questione. Ricordiamo che la discussione sulle quattro giornate lavorative e la sua sperimentazione concreta è già avviata da tempo. Anche in Italia è presente ormai da diverso tempo una sua concreta applicazione in una realtà importante come la Lamborghini.
Come riportato da il Sole 24 ore, molti degli intervistati vedono la sperimentazione come un’opportunità da valutare con attenzione. Esiste una porzione molto ampio di direttori delle risorse umane che sono favorevoli all’applicazione della nuova organizzazione del lavoro, almeno come esperimento e studio.
Per i favorevoli che sono più della metà dei manager i motivi per questa scelta sono il miglioramento della qualità del rapporto vita-lavoro, con un aumento della motivazione al lavoro e del benessere psico-fisico dei dipendenti. I contrari sono una piccola minoranza poco superiore al 5 per cento, ma non mancano perplessità espresse da un numero abbastanza consistente di intervistati.
I motivi del disaccordo sono diversi, primo fra tutti l‘incompatibilità della situazione economica e produttiva delle imprese italiane con la riduzione dell’orario settimanale, poi le difficoltà organizzative e l’aumento dell’impegno giornaliero in termini di ore di lavoro (tra le nove e le 10 al giorno). Per coloro che si sono espressi parzialmente a favore la questione resta quella della produttività basata sulla performance, con linee guida definite dalla contrattazione nazionale e valutazione della sostenibilità economica e organizzativa.
Secondo Matilde Marandola, presidente dell’Aidp ogni realtà produttività ha peculiarità contrattuali e organizzative diverse e quindi sarebbe difficile introdurre un modello standard. Sono da valutare gli aspetti retributivi, organizzativi e della produttività. Proprio per questo la soluzione migliore è la sperimentazione che lasci spazio alle singole realtà aziendali per verificare la fattibilità della settimana di quattro giorni.
D’altra parte sono proprio i responsabili del personale a indicare nella sperimentazione la via migliore per applicare la novità. La contrattazione aziendale e nazionale dovrebbe intervenire successivamente. Anche sul tema del salario con la riduzione delle giornate lavorative la discussione è avviata con oscillazione dalla parità di salario pur con meno giorni, alla riduzione proporzionale dello stipendio alle giornate impiegate, al mantenimento del monte complessivo di ore con meno giorni di lavoro.
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