Anche lo straniero in Italia può avere l’ADI, questo è ciò che occorre per non farsi trovare impreparati e godere del sussidio.
![ATM sportello](https://www.codiciateco.it/wp-content/uploads/2024/06/ATM-22.jpg)
Si parla molto dell’assegno di inclusione, il sussidio ormai noto con la sigla ADI, che permette alle famiglie italiane di avere un’entrata mensile riconosciuta dallo Stato. Lo scopo è quello garantire loro il minimo necessario per poter provvedere al sostentamento di sé e del nucleo familiare. I requisiti per poter godere dell’ADI sono chiaramente anche di natura economica.
Importante infatti che all’interno del nucleo familiare ci siano determinati requisiti, ovvero soggetti minorenni, over 60 o disabili. Un’indicazione molto specifica che permette quindi a chi li possiede di recarsi presso gli enti competenti e presentare apposita domandina. Nel corso dei mesi sono stati sviscerati un po’ tutti i vari aspetti per quanto riguarda l’ADI. Ma c’è un aspetto che forse ancora passa un po’ in secondo piano e che non tutti magari conoscono, ossia il rapporto tra ADI e straniero.
Uno straniero in Italia può avere l’ADI, i requisiti
![Denaro contante](https://www.codiciateco.it/wp-content/uploads/2024/06/Denaro-contante-5.jpg)
Un’equazione assolutamente possibile. L’assegno di inclusione non è una prerogativa dei cittadini italiani, anche gli stranieri alla presenza dei requisiti che sotto andremo a svelare, possono farne richiesta. E’ pacifico come l’assegno di inclusione abbia sostituito il reddito di cittadinanza anche se i presupposti sono comunque diversi.
Il RdC aveva tra i tanti, il requisito della residenza decennale, anche lo straniero in possesso di esso poteva essere beneficiario. Per quanto riguarda invece l’assegno di inclusione quali sono i requisiti? E’ necessario che lo straniero soddisfi una delle seguenti condizioni. In primis se è familiare di cittadini italiani o dell’Unione Europea con diritto di soggiorno o soggiorno permanente. Per familiare si intende il coniuge (o partner con unione registrata), i discendenti diretti sotto i 21 anni, gli ascendenti diretti a carico.
Si richiede altresì che abbia un permesso di soggiorno dell’Unione Europea, soggiornante di lungo periodo o titolari di protezione internazionale, cioè asilo politico o protezione sussidiaria. Non sono ritenuti idonei i cittadini con permesso per protezione umanitaria o protezione speciale.
La questione residenza
Ed ecco qui che rientra in gioco la residenza. I richiedenti devono avere risieduto in Italia per almeno cinque anni totali, di cui due gli ultimi due in modo continuativo. Quindi è stato dimezzato il requisito della residenza decennale che – come noto – ha provocato non poche problematiche per quanto riguarda il riconoscimento del reddito di cittadinanza.