Occhio a questo nuovo stratagemma scoperto dai proprietari di immobili in affitto: basta veramente pochissimo e possono farti pagare di più.
Tra i mercati in maggiore evoluzione, vi è proprio quello degli affitti: la legislazione cambia di frequente al fine di restare al passo con le nuove realtà economiche e sociali. Trattandosi di una fonte di reddito, i vari proprietari di immobili in affitto cercano costantemente di massimizzare il vantaggio che possono trarne. Spesso questo avviene tramite clausole e normative fiscali e contrattuali.
Ultimamente è stato al centro delle polemiche un approccio che i proprietari delle case adottano per sfruttare l’inquilino per guadagnare di più. Parliamo di un metodo totalmente legale, tuttavia poco conosciuto: consente di chiedere un canone di locazione più alto. Proprio per via della diffusione che sta avendo questo espediente, è bene che un inquilino in affitto sia aggiornato ed informato sulle novità del settore.
La strategia che stanno adottando i proprietari delle case in affitto per aumentare il canone di locazione ruota intorno alla cedolare secca (vedi quanto permette all’inquilino di risparmiare). Si tratta di un regime fiscale che consente ai proprietari di pagare un’imposta sostitutiva sull’affitto anziché l’IRPEF ordinaria. All’inizio, questo approccio è stato pensato e attuato per semplificare la burocrazia e alleggerire il carico fiscale. La cedolare secca offre anche l’opportunità di bloccare un possibile aumento del canone d’affitto, ponendosi apparentemente come un vantaggio per l’inquilino. In realtà, nel tempo può rivelarsi tutt’altro.
Quel che l’inquilino non sa, riguarda la possibilità da parte del proprietario dell’immobile di terminare la cedolare secca a proprio piacimento. In qualunque momento del contratto, seppur con adeguato preavviso nel rispetto dell’inquilino, questo regime può essere revocato. Non è necessario che l’intestatario del contratto d’affitto sia favorevole: il padrone di casa è libero di adeguare il canone di locazione all’ultimo indice ISTAT pubblicato. Questo può provocare un improvviso aumento del canone dell’affitto: l’aggiornamento dell’importo non è automatico, ma deve rispettare i parametri dell’ISTAT aggiornato, i quali riflettono l’attuale andamento dei prezzi. Ad esempio, se l’ultimo aggiornamento riporta un significativo aumento dell’inflazione, il nuovo canone può risultare sostanzialmente più alto rispetto a quello precedente.
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