Se hai affittato casa ad un inquilino che non paga, scopri se può essere sfrattato nel caso in cui stesse male, tutte le regole.
Lo sfratto è un provvedimento previsto dalla legge che permette al proprietario di un immobile, di richiedere il rilascio dello stesso, da parte dell’inquilino a cui era stato affittato l’appartamento, che non ha rispettato i termini del contratto di locazione. In genere viene richiesto per morosità o in vista della scadenza del contratto, per avviare la procedura di sfratto, è necessario rivolgersi ad un avvocato che dovrà notificare un atto di intimidazione di sfratto per morosità. Ad esempio citando l’inquilino davanti al tribunale. In genere tra l’invio del precetto e l’esecuzione effettiva dello sfratto, possono passare dai quattro ai sei mesi, in alcuni casi il lasso di tempo può essere compreso anche tra gli otto e i dodici mesi.
Purtroppo anche se un inquilino è malato può comunque essere sfrattato, soffrire di una malattia o essere un disabile infatti non è un requisito per ottenere un trattamento preferenziale, a stabilirlo è il principio di uguaglianza. Ciò nonostante trattandosi di una situazione particolare, in cui ci sono delle condizioni di salute precarie, l’inquilino può comunque essere sfruttato, ma la legge prevede in questo caso alcune tutele.
Nel momento in cui si riceve lo sfratto, l’inquilino può anche decidere di rivolgersi ad un avvocato, che si occuperà di chiedere al giudice una dilazione del pagamento per saldare la cifra. Questa possibilità non è offerta solo agli inquilini malati, ma anche alle persone che non hanno problemi di salute o disabilità. La dilazione tuttavia, può essere concessa per un periodo non superiore ai 120 giorni.
Se la richiesta di sfratto avviene per finita locazione, secondo l’ordinamento giuridico, l’azione esecutiva può essere rimandata di 9 o 18 mesi. Nel caso in cui il soggetto da sfrattare abbia un’età superiore a 65 anni, cinque o più figli a carico, sia iscritto alla lista di mobilità, si trovi in uno stato di disoccupazione o di integrazione salariale, sia un acquirente di un alloggio in costruzione, oppure nel caso in cui l’inquilino sia effettivamente disabile o malato terminale.
In alcuni casi, il giudice può anche decidere per la sospensione dello sfratto, quantomeno per un periodo di tempo, in questi casi inoltre è prevista anche l’assistenza dei servizi sociali, che possono intervenire per fornire assistenza all’inquilino malato. Bisogna inoltre prendere in considerazione che esistono dei sostegni economici erogati dai Comuni o dalle regioni, inoltre ci sono anche degli alloggi di emergenza messi a disposizione dei servizi sociali.
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