Badante in nero, che cosa si rischia per un’assunzione non regolare. Controlli e pericoli in una situazione del genere.
Un’assunzione regolare di una collaboratrice domestica (o badante) per compiti di assistenza e di cura a favore di persone anziane o disabili non autosufficienti presuppone alcuni passaggi inevitabili. Prima di tutto la stesura di un contratto in forma scritta, sulla base di quelli di categoria, e poi la sua registrazione all’INPS.
In tal modo si inquadrano con precisione compiti e mansioni della persona assunta, riconoscendole i diritti del CCNL (Contratto collettivo nazionale del lavoro) e stabilendo i relativi obblighi e doveri del lavoratore. Si tratta quindi di un passo ineludibile e previsto dalla legge. Una forma di garanzia per l’assistito, per la famiglia e per la persona assunta.
Badante in nero, che cosa può succedere
Quello della badante è un lavoro delicato e di responsabilità , che richiede attenzione e capacità , ma che al tempo stesso svolge una funzione di grande importanza a livello sociale, considerando le difficoltà delle famiglie a fornire l’assistenza adeguata ad anziani e disabili. Purtroppo però nel settore è molto diffuso il lavoro in nero, con tutte le conseguenze del caso per tutele dei soggetti coinvolti e qualità del servizio.
Per questo i controlli per contrastare il fenomeno sono in aumento. Ad effettuare la vigilanza e le verifiche sono INPS e Agenzia delle Entrate, mediante lo scambio di dati e informazioni dalla rispettive banche dati. Gli strumenti utilizzati sono l’anagrafe dei conti corrente e il redditometro per analizzare lo stile di vita delle famiglie. Qualora emergano delle divergenze superiori al 20 per cento tra dati raccolti e informazioni possedute , scattano le verifiche dell’Agenzia delle Entrate.
Le verifiche sono destinate anche alla ricostruzione esatta della posizione reddituale e contributiva della badante. Il fine evitare eventuali redditi percepiti in nero e controllare il regolare versamento dei contributi dovuti. L’assunzione in nero comporta dei rischi tanto per il datore di lavoro quanto per la lavoratrice. Per esempio va ricordato che l‘omessa presentazione della dichiarazione dei redditi da parte della badante determina sanzioni amministrative e tributarie pesanti.
Le sanzioni variano a seconda che la dichiarazione preveda il versamento dell’imposta e che al contrario non sia necessario. Le cose si aggravano se le omesse dichiarazioni riguardano diverse annualità d’imposta consecutive. Naturalmente ci sono anche gravi rischi per il datore di lavoro che assume in nero. Le sanzioni amministrative sono pesanti a cominciare dalla mancata comunicazione dell’assunzione con una multa tra 200 e 500 euro.
Per omessa iscrizione all’INPS si rischia una sanzione tra 1.500 e 12mila euro, incrementata di 150 euro per ogni giorno di lavoro svolto. Questa sanzione è cumulabile per altre previste contro il lavoro in nero. Infine c’è la sanzione per l’omesso versamento dei contributi previdenziali conteggiata in percentuale sulla base di quelli evasi.