Buono fruttiferi postale per minori, cosa succede in caso di divorzio dei genitori? La madre potrebbe avere accesso alle cifre in caso di separazione?
Assicurare il futuro ai propri bambini è il sogno e obiettivo di qualunque genitore. Dal momento in cui nascono, non si smette di pensare a ogni loro esigenza imminente e futura. E spesso, a proposito di domani, si guarda parecchio in prospettiva e ci si anticipa di parecchio proprio assicurare il massimo comfort possibile – compatibilmente alle proprie possibilità chiaramente – al piccolino o alla piccolina di riferimento. Ed è in tal senso, per esempio, che vanno buoni fruttiferi postali per minori: ovvero una forma di investimento assicurata che va a tutelare proprio il futuro del bambino. Un modo per investire oggi una determinata cifra e far sì che trovi la stessa, ma nel frattempo maturata anche in maniera marcata, giunga anni più tardi. Esattamente al 18esimo compleanno, ovvero alla maggior età.
Così in questi anni sono stati sempre di più i genitori che hanno optato per tale soluzione. Avendo un piccolo o grande capitale da investire, hanno deciso di indirizzarne una quota a questa soluzione così da assicurare un punto di riferimento per il domani: un valore con cui lo stesso minore, quasi una decade dopo, potrà realizzare i propri sogni qualunque essi siano. Che sia realizzare un determinato percorso di studi, girare il mondo tra varie esperienze formative o all’indomani convivere con la persona che si ama così da avere magari le basi per muovere i primi passi in tal senso.
Ma cosa potrebbe accadere al buono se nel corso di questi anni, purtroppo, i genitori dello stesso dovessero divorziare? E’ uno scenario che va preso in considerazione purtroppo, date le statistiche e la facilità con cui oggi ci si separa rispetto a decenni precedenti. E in particolare – è il quesito di molti – la madre del bambino/a, considerando che solitamente a loro va l’assegno di mantenimento, potrebbe mettere le mani anche sulle somme depositate? Di base no: solo il bambino un domani maggiorenne potrebbe attingere le cifre a suo nome. Ma quando appunto sarà anagraficamente indipendente e non prima.
Solo attraverso un giudice è possibile ritirare le somme investite per il futuro del bambino prima della scadenza di riferimento. Quindi significa muoversi in sede giudica e la mamma potrebbe avere la meglio nel caso in cui, per esempio, versasse in condizioni di povertà o difficoltà economica e o non sarebbe corrisposto l’assegno di divorzio oppure questo non dovesse essere ritenuto sufficiente per far vivere in condizioni adatte il bambino. Potendo contare su una cifra a nome dello stesso minore, il giudice facilmente sbloccherebbe le cifre.
Ma in caso di mancati problemi economici o motivi effettivi non è garantito che tale intervento possa portare a buon esito. Fermo restando che senza è impossibile riuscirci: gli uffici postali, pur essendo la madre, non darebbero mai l’accesso alle cifre. E’ vietato per legge. La soluzione più saggia alla luce di un tale scenario, a meno che non vi siano reali impedenze economiche, è quella di lasciare intatti i soldi del buono fruttifero così che possano maturare regolarmente e garantire la cifre previste al futuro maggiorenne che almeno, grande o piccolo che sia, potrà contare su un primo punto di partenza. Sebbene le strade prese siano differenti, il focus degli ex coniugi dovrebbe essere sempre lo stesso: il benessere dei propri figli. Sarà sempre l’unica cosa che conta, quella principale.
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