In caso di figli conviventi con genitori che succede se questi ultimi hanno debiti, ne rispondono i figli? Ecco cosa dice la legge.
In un momento così particolare dell’economia, italiana e non solo, la formazione di debiti -soprattutto se parliamo di Fisco- sono dietro l’angolo; l’inflazione alle stelle, con tiepidi accenni solo ora di un calo dopo 3 anni di forte speculazione, e di converso gli stipendi e pensioni rimaste allo stallo, hanno generato per molti problemi con l’erario.
Abbiamo visto nel corso di queste settimane come funziona il meccanismo di estinzione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate, dalla possibilità di rateizzare i pagamenti, fino all’impossibilità di trattenere somme su pensioni troppe basse, passando per quello che succede quando i debiti sono lasciati dal defunto agli eredi.
Si tratta di ipotesi tra le più comuni, ma non è illecito pensare a ipotesi che potremmo definire davvero ipotetiche ma non del tutto impossibili. Cosa succede, ad esempio, se un genitore ha debiti con il Fisco ma ha un figlio convivente che potrebbe sopperire al debito? O per meglio dire, in caso di debiti di un genitore, si può pignorare un eventuale conto online del figlio con risparmi provenienti, per dire, trading, giochi e simili?
La legge in merito ai debiti contratti dai genitori è molto chiara: sono solo questi a risponderne con il proprio patrimonio presente e futuro. Per quanto ci sia l’usufrutto legale sui beni dei figli minorenni -come ad esempio somme di denaro depositate presso intermediari finanziari- si tratta comunque di beni che fanno capo a soggetti, i figli, che sono completamente estranei al debito. Nei fatti, quindi, il creditore non può in alcun modo pignorare i beni o i conti intestati a questi ultimi.
Neanche l’ipotesi di convivenza può poi giustificare un pignoramento sul conto corrente dei familiari conviventi del genitore -neanche se si tratta del coniuge e neanche se si è sposati in comunione dei beni.
Se il conto è intestato esclusivamente al figlio convivente, minorenne o maggiorenne che sia, questi non subisce alcun tipo di conseguenza qualora al genitori arrivi una cartella esattoriale, un atto di ingiunzione o una multa. Il discorso cambia se però il conto è cointestato.
Nel caso di un conto cointestato tra genitori e figli, il creditore può fare appello al pignoramento del conto, ma in sostanza il processo funziona come nel caso di un conto cointestato tra coniugi. Questo vuol dire che il creditore può chiedere di recuperare il debito solo per il 50% del conto.
L’unica vera ipotesi per cui i debiti dei genitori passano ai figli è quella, già accennata all’inizio, quando alla morte di un genitore un figlio accetta l’eredità; da questo momento si è titolare di diritti e doveri, potremmo dire, per cui così come si ha diritto ai beni ereditati si ha anche il dovere di estinguere gli eventuali debiti lasciati.
Le dichiarazioni del ministro Valditara sulla violenza di genere e l'immigrazione scatenano polemiche, evidenziando la…
Amazon anticipa il Black Friday con sconti imperdibili, tra cui la Smart TV Samsung UE55DU7190UXZT…
La dirigente scolastica Tina G. denuncia il preoccupante fenomeno delle foto alle targhe dei docenti,…
Scopri tre monitor 4K ideali per il gaming: l'ASUS ROG Strix XG27UCS per prestazioni premium,…
L'ossessione per i social media e lo "sharenting" sollevano preoccupazioni sulla salute mentale dei giovani,…
Scopri l'offerta di Amazon per un kit di luci LED controllabili tramite app a soli…