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Scopri se ti conviene andare in pensione nel 2024 o aspettare ancora

Andare in pensione e uscire dal mondo del lavoro quest’anno. Quali sono le possibilità e a chi conviene anticipare.

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Andare in pensione nel 2024, la valutazione da fare (codiciateco.it)

Il sistema pensionistico attuale è sempre al centro del dibattitto politico e del confronto nell’opinione pubblica. Da più parti si chiede una riforma complessiva che superi l’impostazione Fornero (dal nome del ministro che firmò la legge), un’impostazione che scontenta tutti comprese le forze politiche della maggioranza.

Tuttavia, nonostante gli sforzi, le possibilità concreta di una riforma sono pressoché nulle, in considerazione della stretta sui conti pubblici con nuovo patto di stabilità. Le risorse finanziarie  per un cambiamento strutturale sono troppo scarse e quindi per l’anno in corso e probabilmente anche per il prossimo la riforma delle pensione è accantonata. Quindi non restano che le possibilità attuali per la pensione quest’anno.

Andare in pensione, come fare nell’anno in corso

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Quando andare in pensione, considerare le condizioni attuali (codiciateco.it)

Ad esclusione di quanti andranno in pensione con la prestazione di vecchiaia a 67 anni di età almeno 20 di contributi e un assegno pari a una volta il trattamento minimo, vi sono oggi diversi modi per anticipare. Le formule principali sono quota 103, Opzione donna, l’Ape sociale.

La prima consente di andare in pensione a 62 anni di età e 41 anni di contributi. Il governo ha prorogato la prestazione, già in vigore nel 2023, per tutto quest’anno ed è possibile che la proroghi anche per il prossimo. Ma la versione attuale non è particolarmente vantaggiosa per i lavoratori che la scelgono, in considerazione del ricalcolo contributivo applicato a tutta la contribuzione versata.

Ciò la rende meno attraente per i lavoratori che la scelgono con un calo dell’assegno fino al 30 per cento. In alternativa a questa formula, si parla anche di una quota 104 con 63 anni di età e 41 di contributi versati. Ma anche in questo caso i dubbi restano invariati, senza considerare l’anno in più di lavoro da affrontare. Possibile una semplice proroga di quota 103 anche per il prossimo anno.

Per le donne in possesso dei requisiti richiesti (caregivers, lavoratrici invalide, disoccupate o dipendenti di azinde con tavolo di crisi in corso) questo potrebbe essere l’ultimo anno per approfittare di Opzione donna. Il prossimo anno non certa una sua proroga. Comunque, la formula sta riscuotendo un seguito minimo tra le lavoratrici. Anche per Opzione donna l’inasprimento dei requisiti (innalzamento dell’età anagrafica, finestra d’accesso) rendono la misura poco vantaggiosa.

I numeri sono chiari la misura sta avendo uno scarso seguito tra le donne in prossimità della pensione, con il calcolo contributivo che colpisce le carriere più precarie e con retribuzioni basse. Il prossimo anno potrebbe essere cancellata definitivamente. Altra misura che resta in piedi è l’Ape sociale, non una vera e propria pensione, ma una sorta di anticipo pagato dallo Stato.

Riguarda i lavori gravosi e alcune mansioni usuranti. Occorre vedere se il governo avrà intenzione di prorogarla e molto dipenderà dalle risorse a disposizione. Quindi solo dopo un calcolo preciso e dettagliato si può verificare la convenienza degli anticipi pensionistici nel 2024, valutando la possibilità che nel 2025 scompaiano del tutto.

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