Un tesoro scoperto casualmente potrebbe essere molto importante. Ma è solo una beffa. Vediamo che cosa è successo.
Una casa può nascondere dei segreti e dei tesori nascosti, magari in un cassetto, in soffitta o in cantina. Vecchi abiti o una vecchia collezioni di dischi, lettere di parenti scomparsi da tempo, ricordi preziosi per la famiglia, oppure una raccolta di monete ormai fuori corso da anni. In casi del genere scatta la curiosità e forse la speranza che tra quei vecchi oggetti ci sia un vero piccolo tesoro.
Magari una moneta rara o un monile d’oro di un certo valore. Insomma una regalo, un dono dal passato che possa valere un piccola fortuna, una sorpresa da raccontare agli amici. Situazioni del genere non sono frequenti, ma sono possibili. Molto più raro trovare vecchi titoli postali o gioielli di maggior valore o oggetti dal valore collezionistico, come francobolli o stampe particolari. E il denaro? Trovare un mucchio di denaro è una fortuna?
Scovato un tesoro nascosto, attenzione alla delusione
Proprio qualche tempo fa due sorelle genovesi hanno scoperto una piccola fortuna nella cantina della casa di famiglia. L’abitazione era di proprietà del nonno delle due donne, deceduto ormai nel lontano anno 2000. L’immobile è stato riscattato dalla famiglia e poi posto in affitto, fino allo scorso anno, quando le proprietarie hanno deciso di metterlo in vendita.
Quindi tornate dopo tanto tempo nella casa, hanno iniziato a liberarlo dei vecchi ricordi riposti nella cantina. E qui una delle due fa una scoperta incredibile: nascosti in vecchi pacchi di pasta ci sono mucchi di lire, in banconote da 100mila e 50mila, fuori corso ormai da tanto tempo. Il valore complessivo del denaro è considerevole: 158 milioni di lire, non poco. In valuta attuale più di 81mila euro, di certo una buona somma. Insomma un vero regalo inatteso, ma le sorprese non sono finite e non sono gradite.
Portata la somma alla Banca d’Italia per il cambio in euro si sono sentite rispondere che questo non è più possibile. Sono trascorsi troppi anni dall’entrata in vigore dell’euro, nel 2002, e quindi il cambio non è più possibile. Dopo dieci anni da quella data, le lire sono diventate carta straccia a causa della prescrizione ordinaria decennale per l’esercizio dei diritti di credito, secondo le affermazioni della Banca d’Italia.
Alle due non è restato che rivolgersi alle associazioni di tutela dei consumatori e dei risparmiatori, sperando di far valere i loro diritti. Infatti secondo l’associazione cui si sono rivolte il termine iniziale dei dieci anni decorre dalla data in cui è possibile far valere il diritto, articolo 2935 del codice civile. Cioè decorre dalla data del ritrovamento del denaro, in questa vicenda. Senza considerare che il proprietario del denaro è morto prima della moneta unica e con il decesso si interrompe la prescrizione.
La situazione al momento non ha trovato una soluzione tanto che le due sorelle hanno deciso di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica e al governatore di Banca d’Italia nella speranza che i risparmi di una vita non vadano al macero, vanificando sacrifici e lavoro, finiti in una cantina.