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Salario minimo: in quali Paesi aumenta

Mentre in Italia la proposta del salario minimo a 9 euro viene respinta dal Governo, negli altri Paesi la paga minima oraria aumenta

In diversi Paesi, inclusi Regno Unito, Olanda, Germania e Francia, si registrano aumenti significativi del salario minimo per contrastare l’inflazione e garantire un tenore di vita dignitoso ai lavoratori.

In Italia, proposte di innalzamento del salario sono state respinte, puntando invece sulla contrattazione collettiva.

Andiamo a vedere come aumenta nei paesi citati e cosa dovremmo imparare da essi in questo momento difficile per la maggior parte delle tasche italiane.

Italia: proposte bocciate, focus sulla contrattazione collettiva

In Italia, la proposta di innalzare il salario minimo a 9 euro è stata recentemente respinta.

Al contempo il governo, nella sua maggioranza, ha presentato alternative che puntano a rafforzare la contrattazione collettiva e a garantire un trattamento economico complessivo minimo.

Attualmente, oltre 500 contratti collettivi sono scaduti, evidenziando la difficoltà nel promuovere rinnovi e suggerendo che tale metodo non rappresenta una soluzione immediata per contrastare la svalutazione delle retribuzioni.

L’incremento del salario minimo nel Regno Unito

Nel Regno Unito, il salario minimo è stato introdotto nel 1998 durante il governo laburista di Tony Blair. La contrattazione collettiva, una volta diffusa, si è ridotta notevolmente e adesso è principalmente a livello aziendale con una copertura inferiore al 30%.

Oggi il National Minimum Wage Act regolamenta i salari, annunciando di incrementare da 10,42 a 11,44 sterline l’ora: un aumento di circa 1,15 euro l’ora previsto a partire da aprile 2023.

Questo rappresenterà un aumento medio annuo di circa 2.000 euro per un lavoratore a tempo pieno con almeno 23 anni.

Soldi in busta paga
Foto | Unsplash @Ibrahim Boran – Codiciateco.it

Altri aumenti del salario minimo nel mondo

Il Regno Unito è in buona compagnia: in questo periodo caratterizzato dall’elevata inflazione, infatti, sono diversi i Paesi che stanno intervenendo innalzando il valore del salario minimo.

È il caso dell’Olanda ad esempio, dove da un salario minimo di 12,79 euro l’ora si è saliti a 13 euro (anche se va detto che qui l’importo non è uguale per tutti in quanto dipende dall’età e dalle ore lavorate), come pure della Germania dove è stato raggiunto un accordo per un aumento da 12 a 12,41 euro nel 2024, al quale se ne aggiungerà un altro nel 2025 che porterà la soglia a 12,82 euro.

È aumentato da gennaio 2023, invece, l’importo del salario minimo in Francia: nel dettaglio, per effetto di un incremento dell’1,81%, l’importo lordo mensile – calcolato su 35 ore di lavoro settimanali – è aumentato a 1.709,28 euro, con un netto di 1.353,07 euro. A livello orario si tratta di un lordo di 11,27 euro, 8,92 euro netti.

L’effetto dell’inflazione va mitigato

L’aumento del salario minimo in vari Paesi durante questo periodo riflette gli sforzi statali per mitigare gli effetti dell’inflazione sui salari. Queste decisioni mostrano una diversità di approcci nel garantire un tenore di vita accettabile per i lavoratori, evidenziando come lo Stato debba spesso intervenire direttamente per adeguare i salari al costo della vita.

Vedremo a partire dai prossimi mesi se le misure adottate – o quelle non adottate – porteranno ad un miglioramento del panorama lavorativo il quale, al momento, presenta diverse criticità.

Garantire un salario minimo ed equo non è solo lotta all’inflazione e al carovita, ma fa parte di un sistema di tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici italiane.

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