Risale l’inflazione, l’amara sorpresa per i consumatori: la spesa è di nuovo in aumento. I dettagli della variazione.
I dati resi noti dall’ISTAT riguardo il tasso di inflazione del mese di gennaio non sono positivi. Infatti l’inflazione risale in maniera leggera ma chiara. Nel dettaglio l’incremento evidenziato è dello 0,8 per cento su base tendenziale, rispetto allo 0,6 per cento del mese di dicembre dello scorso anno. L’Istituto nazionale di statistica spiega i motivi della variazione.
La causa è la crescita dei prezzi dei prodotti energetici regolamentati con una flessione su base tendenziale, in calo nel mese di gennaio, per effetto statistico non favorevole confrontandola con il mese di gennaio dello scorso anno. Quindi riduzione dei costi energetici limitata rispetto il 2023. Ma non c’è soltanto l’energia a pesare nelle tasche dei consumatori.
Un elemento particolarmente preoccupante riguarda i prezzi dei generi alimentari che segnano un aumento nel settore dei beni non lavorati. In genere il carrello della spesa segna un più 5,1 per cento, mentre l’inflazione di fondo è del 2,7 per cento. Come segnalato dalle associazioni dei consumatori i beni alimentari crescono del 5,6 per cento su base annua e ben dello 0,9 per cento in un mese.
Segnalazioni di risalita anche per i servizi turistici e per la ristorazione con aumenti del 4,1 per cento. Quelle che a prima vista sembrano percentuali ridotte si aggiungono invece a due anni di costanti incrementi. Questi hanno pesano non poco sui bilanci delle famiglie, con una conseguente modifica delle abitudini di consumo. Ma c’è un altro dato preoccupante: l’effetto di rincari che si potrebbe verificare con il caro benzina di queste ultime settimane.
La richiesta delle associazioni è la ripresa degli accordi di filiera tra agricoltori, produttori, distributori e consumatori con agevolazioni per tutto il comparto fino ai consumatori finali. Si calcola che una famiglia con due figli spenda su base annua circa 460 euro in più. I trend tendenziali sono segnalati in rallentamento, ma questo non significa che l’inflazione non si faccia sentire.
Secondo i dati pubblicati dall’ISTAT i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano dal 5,3 per cento al 5,1 per cento. Invece quelli dei beni ad alta frequenza di acquisto si attestano al 3,5 per cento rispetto al 4,4 per cento. I prezzi dei prodotti energetici non regolamentati crescono con un più 1,3 per cento, quelli degli alimentari non lavorati salgono con un più 1 per cento.
I beni alimentari lavorati e i prodotti energetici regolamentati avanzano dello 0,9 per cento, mentre i beni non durevoli dello 0,5 per cento. Il calo dei prezzi di prodotti semi durevoli, con un meno 0,1 per cento e dei servizi dei trasporti con un meno 1,2 per cento, non compensano gli aumenti negli altri settori, con le difficoltà sempre presenti per molte famiglie ad arrivare a fine mese.
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