Il Governo punta ad attivare Quota 41 ma non ha fatto i conti con diversi problemi. Oltre a penalizzare i più fragili, da dove prendere i soldi?
Il Governo Meloni sta lavorando ad una nuova riforma delle pensioni, l’ennesima. Si parla, infatti, di Quota 41 che non solo non piace ad una buona fetta degli italiani ma presenta anche alcuni problemi. Si pensa, infatti, di dare la possibilità a tutti i cittadini di andare in pensione non in base all’età anagrafica ma in base ai contributi maturati, ovvero quelli raggiunti dopo 41 anni.
Una situazione presentata come una svolta ma che facendo un’analisi accurata non è proprio rosea per come viene descritta. Il problema più grande? Mancano i soldi. Vediamo maggiori dettagli a riguardo e facciamo chiarezza sulla situazione.
Al momento pare che i conti che il Governo ha fatto sulla possibilità di attivare Quota 41, sostituendo Quota 103 con la quale nel 2024 molti italiani possono andare in pensione, con una grande rivoluzione pensionistica non tornino affatto. Da una prima analisi, emerge, infatti, che i calcoli non sono per niente esatti partendo da una base che è eccezionalmente ottimistica.
Per dirla in parole semplici, al momento mancano i soldi all’Italia per fare un’operazione del genere ed il Governo sta tirando troppo la corda. A questo si aggiunge il fatto che Quota 41 solo apparentemente accontenta tutti ma in realtà è estremamente selettiva: tende a escludere i più fragili e favorire chi, invece, potrebbe anche restare qualche anno in più a lavorare.
Quello che sarebbe necessario per attivarla è una penalizzazione in uscita fissando un ricalcolo contributivo ed una riduzione della pensione di circa il 20%. Chi sta bene, dunque, e non fa lavori usuranti, non avrebbe problemi a farlo, chi, invece, è più “povero” e che non si può permettere di rinunciare a qualche centinaio di euro sulla pensione sarebbe disincentivato a farlo. E se ricordiamo che il numero delle categorie più fragili è di gran lunga maggiore a quella dei più fortunati, si evince che Quota 41 non è per nulla rivolta a tutti, anzi.
Oltre quanto sottolineato, il problema vero di questa ipotetica riforma, resta quello dei soldi, che non ci sono. Quota 41, infatti, avrebbe un costo molto di più per lo Stato rispetto a Quota 103. Sono necessari più soldi e le previsioni per la Legge di Bilancio 2025 non sono per nulla positive in quanto si parla di meno risorse rispetto agli anni passati. Da dove reperire i fondi per Quota 41? Facendo dei tagli, e importanti, in altri ambiti come, ad esempio, la sanità che non versa di certo in buone condizioni. Il gioco vale la candela?
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