La tanto attesa riforma delle pensioni potrebbe vedere finalmente la luce. Le varie fasi e le novità attese dai cittadini.
Da decenni ormai nel nostro paese si parla di riforma delle pensioni, una situazione che però non arriva mai a concretizzarsi definitivamente. Ogni Governo che negli anni si è alternato alla guida del paese ha preso di mira, in un modo o nell’altro questo specifico ambito, ma mai si è realizzato qualcosa di realmente efficace.
Negli anni, insomma, le varie modifiche si sono succedute praticamente senza sosta, senza mai trovare una sorta di equilibrio duraturo che potesse in qualche modo apparire come una solida riforma. La verità è che i cittadini attendono da troppi anni ormai e che la confusione in merito è davvero tanta. A questo punto si aspetta di conoscere le prossime mosse del Governo Meloni su questo tema.
In quanto a ciò che è successo negli ultimi anni si può dire, per esempio, che prima si andava in pensione a 60 anni poi di colpo si è passati a 66 anni. In merito alla pensione contributiva, 40 anni di anzianità, prima, per poi arrivare a 42 per gli uomini e 41 per le donne. Poi ci fu la possibilità di andare in pensione con 60 anni e 35 di contributi, ma il tutto è svanito nel nulla, all’improvviso.
A questo punto, il rischio è quello di finire nelle maglie della tanto contestata Riforma Fornero, contestata tra l’altro anche dai componenti dell’attuale Governo, che però, intervenendo in modo non strutturale, nei prossimi anni, di fatto apriranno un imprevisto scenario tornando proprio a quella serie di misure.
A questo punto la riforma, presunta delle pensioni dovrebbe ripartire da una serie di elementi specifici. Quota 96, quota 41 per tutti e flessibilità a 62 anni. Il Governo, almeno stando a quanto si vocifera, pare voglia utilizzare una serie di interventi tampone e non strutturali. Questa dovrebbe essere la proposta per il prossimo anno.
L’ambizione dell’esecutivo è quella di arrivare al 2025 con una vera e propria revisione della struttura previdenziale. 2025 o al massimo 2026, queste le previsioni che in qualche modo si fanno. Quota 41 per tutti consentirà a tutti di uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi versati al di là dell’età anagrafica.
I cittadini attendono insomma le prossime mosse in attesa di capire quello che potrebbe realmente accadere da qui a qualche mese. Il Governo, intanto, prepara misure che devono fare i conti col disastrato bilancio INPS.
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