Prevista una nuova riforma Irpef per il 2024, alcuni cittadini pagheranno meno tasse, tutti i dettagli sui requisiti dei beneficiari.
L’Irpef è l’imposta sul reddito delle persone fisiche, si tratta di un’imposta dovuta per il possesso diversi redditi come quelli di fabbricati o terreni, di capitale, di lavoro dipendente e il denaro percepito dalla pensione. Chiunque percepisca un reddito dunque, è tenuto a pagare questa tassa. L’imposta è stata introdotta in Italia nel 1974 e si tratta di una delle principali fonti di entrata dello stato. L’obiettivo è quello di finanziare le spese pubbliche contribuendo a realizzare interventi sociali, economici, e infrastrutturali per offrire servizi al paese in cui vivono i cittadini. L’Irpef viene pagata ogni anno versando il saldo relativo all’anno precedente, è previsto anche un acconto relativo all’anno in corso.
Il governo Meloni, ha introdotto una riforma fiscale per quest’anno, la misura si rivolge a chi percepisce un reddito medio alto, dunque ai contribuenti che fanno parte del terzo scaglione Irpef. Dal 1 gennaio, è iniziata la prima fase della riforma, infatti c’è stata la proroga del taglio al cuneo fiscale, una riduzione degli oneri contributivi del 7% per i redditi fino a 25.000 € e del 6% per chi guadagna fino a 35.000 €. Anche la tassazione Irpef ha subito delle novità, c’è infatti stato l’accorpamento dei primi due scaglioni in un’unica aliquota al 23%, per i redditi fino a 28.000 €. Chi percepisce più di 50.000 € annuali si vedrà l’introduzione di una franchigia da 260 € sulle detrazioni. Il problema resta comunque l’aliquota Irpef che al momento è fissata al 43% per i redditi più alti, la preoccupazione è che possa indurre all’evasione. Il governo infatti, sarebbe ancora al lavoro per introdurre ulteriori modifiche, non si esclude infatti un nuovo taglio Irpef riservato a chi guadagna anche oltre 50.000 € annui.
Se da una parte c’è la preoccupazione di evasione data la percentuale alta dell’aliquota, d’altro canto ci sarebbe una preoccupazione anche delle risorse per mettere in pratica la misura, il taglio del cuneo infatti, ha superato 10 miliardi. Al momento le risorse finanziare per stanziare il taglio, resterebbe un’incognita. Il viceministro non esclude che i fondi potrebbero arrivare dal concordato preventivo biennale, al quale si potrà aderire fino al 15 ottobre. Un’ulteriore novità riguarderebbe inoltre un decreto varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 gennaio, nel quale veniva esteso lo strumento del concordato preventivo biennale ai lavoratori autonomi e ai titolari di redditi di impresa. Stando ai dati per quanto riguarda il comparto partite Iva, l’evasione fiscale ammonterebbe a circa 31 miliardi, si tratterebbe di una somma più che sufficiente per alleggerire l’aliquota del terzo scaglione Irpef.
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