Attenzione alle nuove scadenze fiscali: i commercialisti chiariscono i rischi del nuovo calendario delle imposte.
All’esordio del nuovo anno, il tema principale inevitabile in ambito istituzionale non può che essere la Legge di Bilancio 2024. Si tratta di una manovra che lascia non pochi cittadini scontenti di fronte alla prospettiva di ridimensionamento delle agevolazioni fiscali e previdenziali, quanto per il programmato aumento di varie tasse e imposte. D’altronde, la nuova legge di bilancio è figlia di 12 mesi, come quelli del 2023, davvero sotto il segno della crisi globale.
Tutta colpa di un fattore che caratterizza tipicamente l’economia italiana: l’inflazione. L’inizio del nuovo anno ha preso le consegne derivate dall’alto costo della vita che non accenna a diminuire, anzi promette nuovi balzi in alto; oltre alla riduzione della capacità di spesa, del potere d’acquisto e, non ultima per importanza, la diminuzione della capacità di risparmio.
Riforma Fiscale, cambiano le regole sugli incassi delle imposte
A determinare realmente la priorità di “fare cassa” è stato il precedente adeguamento ISTAT, obbligatorio a norma di legge, il quale ha rivalutato le entrate previdenziali dei cittadini sulla base di un indice inflazionistico che ha sfondato il muro delle due cifre percentuali nel corso del 2023. Nonostante l’indice previsionale per l’adeguamento 2024 si attesti al 5,4%, circa la metà del fatidico 11% toccato nel primo semestre 2023, le odierne risorse per garantire i servizi assistenziali ai cittadini sono al limite.
Al pacchetto delle iniziative si aggiunge, inoltre, quella periodica politica di risparmio, oramai in voga pesantemente nelle recenti legislature, sugli stessi settori assistenziali alla cittadinanza: primo fra tutti, quello della sanità . Ad affiancare la nuova legge di bilancio, si ritrova la serie di novità che concerne lo snellimento degli incassi statali riguardanti i debiti contributivi.
Riforma Fiscale, nuove modalità di versamento delle imposte per i lavoratori
Le nuove regole derivano dall’approvazione del Decreto legislativo per la semplificazione degli adempimenti tributari, avvenuta in sede parlamentare lo scorso 19 dicembre. Sulla stregua dell’iniziativa  agevolatoria per il rientro dei debiti fiscali esplicata con la recente sanatoria, anche le imposte saranno toccate da forme semplificate di rateazione: in particolare, per ciò che concerne la rateazione degli acconti.
Pertanto, i contribuenti che presentano annualmente la dichiarazione dei redditi da lavoro non verseranno l’acconto Irpef nel mese di novembre, bensì il 16 dicembre. Si tratta in tutta evidenza di una semplificazione per il Fisco: infatti, entro il giorno 16 di ogni mese, l’Erario incassa gli importi dei titolari di partita IVA, mentre chi ne è sprovvisto versa l’imposta ogni fine mese. La nuova norma prende dunque in prestito, nei termini temporali, tale provvedimento, uniformando le scadenze delle due categorie.