In caso di decesso di un coniuge c’è sempre l’istanza della reversibilità: ma scopriamo insieme se esiste questo diritto anche se l’altro coniuge è pensionato.
Quando si arriva alla pensione molto spesso le persone tendono a pensare di potersi godere la tarda età, per così dire, e la famiglia. Chiaramente un contesto del genere rappresenta la soluzione ideale, quella a cui tutti aspirano. Gli imprevisti sono sempre all’ordine del giorno, come si suol dire. Se un coniuge viene meno rappresenta sempre un dolore enorme. C’è un’istanza, però, che può rappresentare almeno un sollievo dal punto di vista economico, vale a dire quello della cosiddetta pensione di reversibilità che spetta al coniuge che sopravvive all’altro.
Si tratta, come è noto, di una quota parte della pensione complessiva che spetta ad uno dei due sposi dopo il decesso dell’altro. Fino a qui, però, il discorso è molto generico. Andiamo a vedere nel dettaglio, però, se tale principio vale anche nel momento in cui il coniuge che sopravvive è a sua volta un pensionato. Spetta comunque anche a lui la pensione? E se sì, cambia qualcosa a livello di importo riconosciuto? Andiamo a scoprirlo insieme. Ricordiamo sempre, però, che il coniuge se non ha figli percepisce il 60% della cifra che veniva riconosciuto al dante causa.
La prima cosa da dire è che la risposta agli interrogativi prima posti è affermativa. Sì, la pensione di reversibilità spetta anche al coniuge che, già di suo, risulta essere pensionato. Non ci sono, infatti, in tal senso dei limiti specifici o dei divieti di nessuna natura. Piuttosto, ovviamente, non dovranno superare una determinata soglia che cambia e viene aggiornata di anno in anno. Tradotto in termini più specifici, la cifra può essere tagliata del 25% o del 50% se il reddito supera determinate soglie.
Nel 2024 tale soglia è fissata a 23.345,89 euro annui per una decurtazione del 25%. Si riduce del 40% per redditi personali superiori a 31.127,72 euro e del 50% se supera, invece, 38.909,65 euro annui. Oltre a questo principio, tieni sempre a mente che per tutti c’è sempre la soluzione rappresentata dalla pensione alternativa, ormai sempre più diffusa.
Tali tagli, però, non si applicano in nessun caso a determinate condizioni. Tali requisiti che rendono inapplicabili questi tagli sono i seguenti: figli minorenni, inabili al lavoro o studenti fino ai 26 anni d’età.
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