Reddito di cittadinanza, ipotesi di reato per oltre un centinaio di indagati. La carta RdC come un bancomat.
Nonostante la conclusione definitiva della misura, non mancano le indagini delle forze dell’ordine su accesso ed erogazione del Reddito di Cittadinanza, per comportamenti tutt’altro che leciti. L’ultima inchiesta in ordine di tempo è quella portata avanti dalla Procura di Caltanissetta che ha chiesto il rinvio a giudizio di oltre un centinaio di percettori della prestazione per truffa.
Complessivamente gli addebiti contestati nella richiesta di rinvio a giudizio sono oltre 153 e sono basati sulle indagini della DIGOS della Questura di Caltanissetta. Gli illeciti sarebbero stati commessi in periodo che va dal giugno 2021 all’ottobre dello stesso anno. Negli atti dell’inchiesta sono presenti anche riprese video e controlli incrociati con INPS, Poste italiane e banche.
I percettori indagati avrebbero simulato degli acquisti, usando la carta RdC come una sorta di bancomat. Gli accusati avrebbero intascato del denaro contante, con il rilascio di una trattenuta tra il 10 e il 15 per cento ai negozianti compiacenti, invece di effettuare degli acquisti reali. In questo modo i percettori monetizzavano illecitamente, rimettendoci una piccola percentuale.
Come riporta il Giornale di Sicilia.it, i commercianti coinvolti, sono tutti cittadini di nazionalità estera, ma residenti da tempo in Italia. Mentre i beneficiari del Reddito di Cittadino sono tutti cittadini italiani. Il giro complessivo di denaro nel periodo indagato dalla Questura sarebbe di oltre 125mila euro. Si tratterebbe di una specie di sportello automatico, dove gli indagati avrebbero ritirato del denaro contante, in cambio di una trattenuta.
Un metodo ingegnoso, ma del tutto illecito, quello che si delinea nella città siciliana. Un altro filone dell’inchiesta riguarda poi la posizione di una trentina di cittadini stranieri che avrebbero dichiarato il falso pur di ricevere il Reddito di Cittadinanza. Le false dichiarazioni riguarderebbero la residenza sul territorio italiano, indicata in oltre 10 anni. Affermazione che, alla luce delle indagini, risulterebbe non corrispondente al vero.
I fatti contestati arriverebbero, per le fase dichiarazioni, fino al novembre 2021. Tutti gli indagati, per ambedue i filoni di inchiesta, rischiano grosso con una denuncia per la truffa ai danni dello Stato, per l’indebito utilizzo e la falsa attestazione del possesso dei requisiti per il Reddito di Cittadinanza. Il giudice per le indagini preliminare (GIP) ha fissato l’udienza preliminare per il 17 giugno prossimo.
Non è la prima volta che emergono dalle indagini delle truffe simili, con percettori del Reddito di Cittadinanza (alcuni senza diritto di esserlo) che monetizzavano in modo illecito, dietro versamento di una commissione a commercianti compiacenti. Le inchieste a Milano, Napoli e altre città italiane hanno portato a centinaia di denunce, a cui potrebbero aggiungersi quelle dell’inchiesta siciliana.
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