La guida completa e definitiva, da salvare, sulla nuova riforma fiscale. Dalle modifiche alla rateizzazione fino alla prescrizione dei debiti.
Uno degli obiettivi a cui il Governo Meloni ha maggiormente puntato in questi primi anni alla guida del Paese è sicuramente rappresentato dalla riforma fiscale. Si punta ad un rapporto di maggiore fiducia tra Fisco e contribuenti e soprattutto si preme per una maggiore educazione delle popolazione alla fiscalità ovvero all’importanza del pagamento delle tasse che sono alla base di tutto il nostro sistema assistenziale e di diritti sanciti dalla Costituzione, come scuola e salute. Ricordiamo che l’Italia è uno dei Paesi che ha la più alta evasione fiscale, quindi l’obiettivo non è solo il recupero di quanto dovuto ma anche di lavorare alla base per evitare tutta la trafila successiva delle riscossioni.
E a proposito proprio di riscossioni, una delle novità più importanti di cui si parla da mesi rispetto alla riforma riguarda proprio il recupero crediti; in particolare il riferimento è ai nuovi e ancor più dilazionati tempi di rateizzazione, ma anche di discarico dei debiti oltre che della possibilità di impugnazione del ruolo.
L’ormai riforma conosciuta come riforma della riscossione è entrata ufficialmente i vigore dopo la pubblicazione del decreto legislativo in Gazzetta Ufficiale lo scorso 7 agosto. Di seguito riportiamo la guida completa al funzionamento della riscossione dopo le modifiche apportate.
Riforma della riscossione, come funzionerà d’ora in avanti
Resta inalterata la differenza tra la richiesta di rateizzazione semplice e giustificata. La prima riguarda tutti i casi in cui il contribuente dichiara di essere in obbiettivo stato di difficoltà; in questo caso per debiti inferiori a 120mila euro sarà possibile richiedere un piano di rateizzazione così suddiviso:
- 84 rate per richieste presentate tra il 2025 e il 2026;
- 96 rate per domande presentate tra il 2027 e il 2028;
- infine 108 rate per le richieste che arriveranno a seguito del 1° gennaio 2029.
Nel caso della rateizzazione giustificata si entra nel campo dell’onere della prova ovvero il contribuente deve dimostrare di essere obiettivamente in uno stato di difficoltà per cui non è possibile per lui pagare in breve tempo. In questo caso la rateizzazione arriva anche fino a 120 rate mensili. In questo caso l’innalzamento delle rate avverrà a a partire dal 2025 senza passaggi graduali. Nello specifico la ripartizione prevista è di:
- 85 a 120 rate mensili per richieste tra il 2025-26;
- da 97 a 120 rate mensili per richieste presentate tra il 2027-28;
- e da 108 a 120 rate mensili per richieste a decorrere dal 1° gennaio 2029.
Il punto di approdo sembra anche essere quello, quindi, di evitare il più possibile azioni estreme come il pignoramento dei beni.
Quando sarà possibile impugnare una cartella
La riforma amplia anche le ipotesi in cui sarà possibile impugnare una cartella esattoriale non notificata. I casi previsti saranno:
- pregiudizio alla partecipazione di gare d’appalto;
- procedura di crisi d’impresa;
- perdita di benefici nei rapporti con la pubblica amministrazione;
- operazioni di finanziamento;
- cessione d’azienda;
- attivazione di procedure che bloccano i pagamenti da parte della PA.
Infine, per quanto riguarda la prescrizione del debito intestato a più debitori solidali, si prevede che la richiesta e l’ottenimento di un piano di rateizzazione delle somme determini anche la sospensione del diritto di credito anche per i coobbligati solidali.