Il Governo ha approvato il nuovo decreto riscossione; ci si avvia a maggiori tutele per i contribuenti e alla cartolarizzazione dei crediti in arrivo.
Lo scorso 3 luglio il Governo ha approvato in Consiglio dei Ministri il nuovo Decreto sulla Riscossione attraverso il quale ci si avvia alla introduzione di nuovi istituti come la cartolarizzazione dei crediti e il discarico dei ruoli affidati. L’obiettivo è quello di rendere il sistema più veloce ed efficiente.
Sono state stabilite poi importanti precisazioni rispetto alla possibilità dell’impugnabilità a ruolo delle cartelle; azione da ora possibile solo in casi ben specifici come la mancanza di una notifica valida, nonché il fatto che attraverso la stessa il debitore sia informato per la prima volta dei suo debiti nei confronti dello Stato.
Decreto riscossione, vediamo nel dettaglio come funzionerà
La cartolarizzazione dei crediti è un processo finanziario per cui i crediti non liquidi, come ad esempio i prestiti, si trasformano in ulteriori strumenti finanziari, che possono poi essere scambiati o venduti molti più agevolmente. Si tratta, in effetti, di uno strumento di vantaggio soprattutto per le aziende, perché così possono beneficiare di una immediata disponibilità di liquidi grazie alla vendita a soggetti terzi dei propri crediti.
Secondo quanto stabilito dal decreto, quindi, la riscossione coattiva può avvenire anche attraverso la cessione del trasferimento del rischio, a titolo oneroso, verso soggetti provati. Tuttavia l’ente creditore potrà vendere i propri crediti solo attraverso gara ad evidenza pubblica.
Nel complesso il decreto tiene conto delle indicazioni, non vincolanti, fornite dalla Commissioni parlamentari. Tant’è che proprio come indicato, l’art. 3 del decreto prevede, tra l’altro che:
- i crediti da riscuotere, affidati all’Agenzia delle Entrate e Riscossione a partire dal 1 gennaio 2025 e non ancora riscossi entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presa in carico del debito, saranno poi oggetto di discarico automatico;
- gli enti creditori, trascorsi 24 mesi, potranno richiedere all’AdE la riconsegna anticipata dei carichi creditizi ad essa affidati e non ancora riscossi.
Attenzione però perché il discarico delle cartelle esattoriali non determina in automatico la cancellazione del debito né tanto meno l’abbandono del suo recupero; secondo l’articolo 5 dello stesso decreto, infatti, l’ente creditore può avviare altre modalità di riscossione, tra cui appunto la cartolarizzazione dei crediti di fatto ceduti ad altri.
Le tutele dei contribuenti
In ogni caso il legislatore ha previsto maggiori tutele per i contribuenti anche nel caso in l’ente creditore si avvii al processo di cartolarizzazione.
Di fatto, il processo per essere regolare prevede alcuni precisi passaggi che sono:
- i privati devono essere selezionati tra quelli iscritti in albi ad hoc;
- l’acquirente creditore deve essere scelto attraverso gara ad evidenza pubblica;
- è prevista l’applicazione della disciplina prevista nel D.P.R. 602/1973 per quanto riguarda la riscossione coattiva;
- inoltre l’ente dovrà anche applicare la disciplina che prevede la riscossione attraverso ingiunzione;
- infine, le attività di riscossione devono essere affidate a società che siano iscritte da almeno 5 anni in uno degli albi abilitanti.
Insomma la nuova normativa in materia di riscossione parte dalla base di riuscire a recupere sempre maggiori crediti, a fronte del 20% recuperato come sottolineato dalla Corte dei Conti, senza dimenticare le tutele per i cittadini.