Le caratteristiche di quota 103, ecco chi potrà beneficiare della prestazione previdenziale nel 2024. Chi andrà in pensione.
Il sistema pensionistico italiano è alle prese con ripetuti tentativi di riforma complessiva, orientata al superamento della cosiddetta legge Fornero, dal nome del ministro che ha dato il nome all’impianto attuale. Una sistemazione basta sul conteggio contributivo di quanto versato nel corso della carriera lavorativa e sull’innalzamento dell’età anagrafica per l’accesso alla pensione.
I paletti imposti dai conti pubblici tuttavia impediscono un superamento effettivo dell’impostazione complessiva della legge Fornero. Anzi alcuni elementi di flessibilità precedentemente introdotti sono stati limitati dall’ultima Legge di Bilancio, proprio per non gravare ulteriormente sulla spesa pubblica. Anche l’anticipo pensionistico noto come quota 103 ha subito dei ritocchi, pur venendo riconfermato per il 2024. Vediamo il suo funzionamento attuale.
Quota 103, come andare in pensione
Si tratta di una misura di flessibilità in uscita dal lavoro che consente di accedere alla pensione anticipata con il sistema di calcolo contributivo. Sistema che determina un assegno più basso rispetto al sistema misto retributivo. Tra i requisiti per accedervi nel 2024 un’età minima di 62 anni e almeno 41 annualità contributive versate entro il 31 dicembre 2023.
Le categorie ammesse sono i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato e quelli autonomi iscritti al Gestione separata dell’INPS. La misura sembrava essere destinata all’abrogazione, ma la sua proroga per l’anno in corso ha sorpreso tutti. Comunque le novità introdotte sono certamente orientate verso una stretta. Il sistema contributivo applicato al posto di quello misto retributivo per tutti contributi versati fino al 1995, e in alcuni casi fino al 201, determina una riduzione dell’assegno pensionistico pari al 30-35 per cento.
Inoltre la somma ricevuta non potrà essere superiore a 4 volte l’ammontare del trattamento minimo INPS fino al conseguimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia, cioè 67 anni. Questo significa circa 2.500 euro lordi al mese. A questo si aggiunge un’estensione delle finestre di attesa per il primo assegno. I lavoratori dipendenti del privato dovranno aspettare fino a 7 mesi (prima erano 3), mentre quelli del settore pubblico dovranno attendere 9 mesi (in precedenza la finestra era di 6 mesi).
Non finiscono le limitazioni: la pensione da quota 103 non potrà essere cumulata con redditi da lavoro. Unica eccezione i compensi derivanti da lavoro autonomo occasionale, con u tetto massimo fisato a 5mila euro lordi annui. Quindi andare in pensione con quota 103 avrà certamente degli svantaggi rispetto all’anno passato. Le penalizzazioni sono consistenti e le domande di anticipo pensionistico con quota 103 potrebbero essere relativamente poche.
La scelta di aderire a Quota 103 deve essere valutata attentamente, considerando le proprie esigenze personali e reddituali. È utile richiedere una consulenza a un CAF o a un professionista esperto per valutare la convenienza di questa misura.