Questi libretti postale sono a fortissimo rischio chiusura automatica: senza un intervento del titolare, ci sarà un epilogo unilaterale
Puntare sui prodotti di Poste italiane è un’abitudine assolutamente diffusa nel Bel Paese. Fa parte quasi della cultura italica, in quanto l’azienda postale – da ente statale – è sinonimo di garanzia e sicurezza per i propri soldi e risparmi. Così nell’incertezza delle banche e delle crisi registratesi in questi anni, sempre più persone hanno fatto affidamento agli uffici postali per i propri soldi mensili ma in generale anche per i propri accantonamenti. Così che si tratti di Postepay o BancoPosta per stipendi e pensioni o buoni fruttiferi o libretti di risparmio, è man mano aumentata sempre di più la domanda nel corso di questi anni.
Sono soprattutto i libretti ad aver guadagnato un posto speciale in questi anni nelle preferenze degli italiani. Si tratta infatti di un prodotto semplice da comprendere e gestire. In sintesi, permette di mettere da parte delle somme che – impegnate – garantiscono una rendita a fine anno. Ovvero guadagnare su dei soldi semplicemente per tenerli fermi. Chiaramente non una cifra smisurata come è facile intuire, ma sempre meglio di niente rispetto al deprezzamento che in alternativa anzi subentrerebbe col corso del tempo.
La comodità, così come i buoni, è che si tratta di un investimento assolutamente senza rischi e specialmente senza impegnare i propri soldi in maniera definitiva. Se questi servissero da un momento all’altro, potrebbero essere spostati o prelevati senza alcun tipo di difficoltà. Anzi si fa in maniera rapida, ovvero pochi secondi, direttamente da app e senza nemmeno doversi recare fisicamente in ufficio. Così da offrire anche una sicurezza mentale niente male: guadagni, sì, ma se c’è l’esigenza puoi anche prenderli subito.
Allo stato attuale esistono quattro tipi di libretti:
Le offerte per i titolari dei libretti sono invece le seguenti
Ciò che è importante sapere dei libretti è che non hanno una scadenza e non bisogna guardare con particolare attenzione a una data specifica per quanto riguarda il libretto in sé. E’ tuttavia bene notare che Poste è solita chiudere in automatico i libretti che risultano inutilizzati, perché sono molti i casi in cui – dopo un’apertura e un effettivo uso iniziale – molti vengano accantonati senza mai più essere considerati o registrare un’operazione su di essi.
Senza considerare i libretti dedicati ai minori di età i quali non sono più attivi già dal compimento del 18esimo compleanno degli intestatari, per i libretti generici tale scenario subentra lì dove non si registra un movimento a 10 anni dall’apertura dello stesso. Tali libretti, a distanza di un decennio, vengono infatti derubricati come dormienti e in quanto tali spostati nel Fondo di Dormienza, chiudendo il rapporto e con diretto interessato – nel caso vi fossero cifre al suo interno – che andrebbe a perdere i risparmi.
Accade spesso per esempio quando subentra il decesso del titolare. Se questo magari non ha più coniuge ed è senza figli, andrebbe avviata una successione tra diversi eredi lontani. Ma questi o non ne sono nemmeno al corrente oppure, a fronte della somma presente sul libretto, lo sforzo nel reperire e riunire tutti i chiamati in causa non è nemmeno tropo sensato. Dinamica simile subentra anche nel caso di buoni fruttiferi postali. In questi casi, spesso, sono ancor di più i soldi che si perdono.
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