Quali acquisti fanno decadere l’assegno di divorzio: una guida con tutte le specifiche su come usare la somma percepita mensilmente e cosa, invece, lo può invalidare
L’assegno divorzile viene assegnato ad uno dei due ex coniugi, in seguito al pronunciamento del divorzio, quando uno dei due non dispone delle risorse adeguate per vivere in modo dignitoso e concreto. Si tratta, dunque, di un aiuto economico che viene versato mensilmente in modo fisso nei confronti dell’altro, stabilito dal giudice in base ad una serie di parametri che vengono presi in considerazione.
Si parte dalle condizioni personali ed economiche dei due coniugi passando poi alle motivazioni della sentenza, i redditi di entrambi, il contributo che hanno dato al matrimonio e alla gestione familiare senza escludere anche la durata del matrimonio. Insomma, un aspetto non di semplice gestione che va ponderato e stabilito con accuratezza. C’è da comprendere poi come può essere usato l’assegno di divorzio e se ci sono alcuni acquisti che possono farlo decadere. Vediamo tutti i dettagli.
Una volta che l’assegno di divorzio è stato assegnato ad uno dei due coniugi è necessario che la persona in questione ne faccia buono “uso”. Cosa si intende? Che la somma economica che percepisce mensilmente non può essere sperperata per acquisti frivoli e voluttuosi. Si fa riferimento, dunque, a capricci e spese che non sono proprio consone alla situazione nella quale ci si trova.
Questo significa che l’assegno può essere speso per pagare le utenze domestiche, per pagare l’affitto, qualora la casa non sia di proprietà, per gli alimenti ed il vestiario ma non per spese che non sono considerate non essenziali o di lusso. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con ordinanza n. 1482/2023 in quanto la natura dell’assegno di divorzio è assistenziale e non accessoria. Ecco perché qualora si riesca a dimostrare in tribunale che il coniuge utilizzi la somma per spese voluttuarie, si può procedere a far decadere l’assegno.
Come accennato, per spese voluttuarie si intende acquisti che sono considerati non necessari per vivere una vita dignitosa soddisfacendo le necessità di base. In questo paniere, dunque, rientrano sicuramente gli acquisti di lusso, come anche i trattamenti di bellezza, le spese compulsive, gli abbonamenti per le palestre o altre attività sportive, considerate somme destinate a soddisfare bisogni non essenziali e che vanno altre le necessità di base di una persona. Un comportamento di questo genere indica, dunque, che il coniuge ha di per sé un reddito sufficiente da destinare ai bisogni minimi. Dedica, quindi, l’assegno ad altro.
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