Tassisti, a quanto ammontano i guadagni di questa categoria. I dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Una delle categorie professionali più discusse è quella dei tassisti che svolgono un servizio di trasporto pubblico non di linea. Si tratta di una categoria lavorativa spesso al centro delle polemiche per le proteste e gli scioperi dei suoi appartenenti per la regolamentazione delle piattaforme di noleggio (Uber su tutte) o per contrastare il rilascio indiscriminato delle licenze.
Ma quali sono i livelli reddituali della categoria? A rilevarlo sono i dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) riguardanti le dichiarazione dei redditi presentate nel 2022. Un primo elemento da evidenziare: i tassisti, dopo la crisi dovuta alle restrizioni dovute al lockdown e alle limitazioni per l’emergenza sanitaria, sono tornati a guadagnare e incassare come e anche di più della fase precedente la pandemia.
Come accennato quella dei tassisti è una delle categorie che maggiormente è favorita dalla ripresa del turismo, con una forte richiesta del servizio soprattutto nelle grandi città e nelle maggiori località turistiche. I dati nel Ministero sono tuttavia in contraddizione con questo quadro. Infatti i tassisti sulla base delle dichiarazioni dei redditi relative al 2022 guadagnano poco più di 15mila euro, corrispondenti a circa 1.300 euro la mese.
La somma però appare poco corrispondente al giro d’affari della professione, né sembra sufficiente per coprire i costi elevati a carico dei proprietari dei taxi. Ci sono poi delle differenze geografiche con dichiarazioni più alte al Centro-Nord, dove a Firenze e Milano si arriva ai 20mila euro all’anno, che al Sud. A Napoli e a Palermo i guadagni dichiarati dalla categoria, in città con una forte presenza turistica, ammontano rispettivamente a 850 e 760 euro al mese.
Queste cifre sono in contraddizione con i costi delle licenze che restano altissimi in tutte le principali città italiane. Le nuove autorizzazioni nei comuni di Roma, Milano e Bologna costano cifre compre tra i 70mila e i 150mila euro. A Roma, dove è previsto il rilascio di circa mille licenze, il costo è di 73mila euro, a Milano si arriva a 96mila euro, a Bologna addirittura a 150mila euro. A questi costi si aggiungono quelli per l’acquisto e la manutenzione della vettura, molto onerosi.
I numeri citati appaiono stridenti con i dati forniti dal MEF, con dei dubbi sulla corrispondenza tra guadagni dichiarati e giro d’affari complessivo e reale. Con le cifre fornite per le dichiarazioni è difficile immaginare sia possibile gestire e affrontare spese e uscite di varia natura. Una svolta potrebbe arrivare con il nuovo Concordato preventivo biennale. Con la nuova tecnologia a disposizione dell’Agenzia delle Entrate dovrebbero scattare controlli più decisi in caso di redditi troppo bassi o sospetti.
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