Il licenziamento è qualcosa che causa sempre una enorme paura: ecco quando può diventare inevitabile a causa dello scarso rendimento.
Il mondo del lavoro sta diventando sempre più difficile e delicato, dal momento che i fattori da tenere in considerazione sono tanti ed è impossibile non provare alcuni sentimenti legati alla paura di perdere i privilegi che uno stipendio garantisce. Il licenziamento è un tema sempre molto delicato, in virtù del fatto che è un qualcosa di molto difficile, spesso, da mandare giù. In particolar modo, ma non solo, per coloro i quali hanno una famiglia da portare avanti . Tale timore può diventare concreto ed inevitabile in determinati casi ed uno di questo è quello dello scarso rendimento.
Come ogni cosa, però, per legge non può bastare un solo giudizio negativo da parte del datore di lavoro per rendere giusto e legittimo questo provvedimento. L’onere della prova, infatti, spetta sempre a chi muove l’accusa, mentre ovviamente la controparte tutela i propri interessi. La Cassazione ha sancito che il licenziamento per giusta causa può esserci anche nel caso, come detto, di scarso rendimento ed ha fornito in tal senso, attraverso una sentenza, anche i confini di questo caso ed i presupposti necessari da questo punto di vista. Andiamo a vedere dunque i dettagli da questo punto di vista e tutto quello che c’è da sapere.
Al netto di quanto qualcuno può pensare, il licenziamento può avvenire anche per un impegno ed uno zelo mostrati in ambito lavorativo da parte di un lavoratore. In tal senso, sono diversi gli aspetti da tenere in considerazione. Ci ha pensato la Corte di Cassazione, però, a stabilire quando il licenziamento può avvenire in casi analoghi. Innanzitutto la Corte ha chiarito che il mancato raggiungimento di un obiettivo non rappresenta di per sé una violazione del contratto in essere. Il discorso cambia, però, nel momento in cui c’è un atteggiamento negligente e di poco interesse da parte del lavoratore.
In questo caso il licenziamento è considerato giusto e considerato, per l’appunto, giustificato. Lo stesso si applica anche nel caso in cui il lavoratore in questione non mostra un adeguato impegno e non rispetta le aspettative dell’azienda. In questo caso, il riferimento che viene preso in considerazione è quello del rendimento degli altri colleghi o dello stesso lavoratore in un periodo di tempo antecedente. La situazione, poi, peggiora nel momento in cui si opera al fine di farsi licenziare per ottenere la Naspi.
Chiaramente il discorso poi cambia da caso a caso. Ed il ruolo che si ricopre in azienda è centrale da questo punto di vista. Anche un certo numero di assenze, infatti, può essere giudicato come un sintomo di una potenziale incompatibilità rispetto a quelle che sono le responsabilità del ruolo.
Le dichiarazioni del ministro Valditara sulla violenza di genere e l'immigrazione scatenano polemiche, evidenziando la…
Amazon anticipa il Black Friday con sconti imperdibili, tra cui la Smart TV Samsung UE55DU7190UXZT…
La dirigente scolastica Tina G. denuncia il preoccupante fenomeno delle foto alle targhe dei docenti,…
Scopri tre monitor 4K ideali per il gaming: l'ASUS ROG Strix XG27UCS per prestazioni premium,…
L'ossessione per i social media e lo "sharenting" sollevano preoccupazioni sulla salute mentale dei giovani,…
Scopri l'offerta di Amazon per un kit di luci LED controllabili tramite app a soli…